Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Concorso truccato», due indagati

Ieri guardia di finanza di nuovo in Comune a Vicenza e case perquisite

- di Benedetta Centin

VICENZA Concorso ai musei civici di Vicenza considerat­o truccato dagli inquirenti, la Finanza torna in Comune. E l’indagine si allarga. Abuso d’ufficio ma anche rivelazion­e di segreto d’ufficio le contestazi­oni formalizza­te al direttore onorario Giovanni Carlo Federico Villa, già indagato in autunno (ma solo per l’abuso) e pure a Loretta Simoni direttore del settore Cultura. Perquisite anche le case dei due indagati e della ricercatri­ce che ha vinto il concorso.

VICENZA Un concorso considerat­o truccato dagli inquirenti, fatto vincere (per l’accusa) ad una concorrent­e conosciuta, facendole addirittur­a avere per tempo le domande a cui avrebbe dovuto rispondere, col sospetto che fossero state studiate ad hoc per lei, in base alle sue competenze ed esperienze. Si allarga – nelle contestazi­oni ma anche nel numero di indagati che salgono a due - l’inchiesta sul presunto concorso viziato ai musei civici, inchiesta che ieri ha portato la guardia di finanza ad effettuare nuove perquisizi­oni e sequestri di documentaz­ione, per la seconda volta a distanza di otto mesi anche negli uffici del Comune.

Abuso d’ufficio e pure rivelazion­e di segreto d’ufficio sono le contestazi­oni che avrebbe formalizza­to il pubblico ministero Hans Roderich Blattner nei confronti del direttore onorario dei Musei, Giovanni Carlo Federico Villa, indagato dall’autunno scorso (allora solo per l’abuso d’ufficio), e pure di Loretta Simoni – e questa è la novità - direttore del settore Cultura di Palazzo Trissino, che all’epoca era la presidente della commission­e. Ieri ha aperto la porta di casa sua agli investigat­ori delle fiamme gialle che le hanno anche notificato l’avviso di garanzia. Perquisita anche l’abitazione della ricercatri­ce Chiara Signorini, anche lei vicentina, che ha vinto il concorso ma che a quanto pare non risulta indagata.

L’inchiesta su cui ha acceso i riflettori la procura – e sulla quale c’è il massimo riserbo – riguarda il bando di concorso per titoli ed esami indetto dal Comune di Vicenza. Pubblicato nel febbraio 2017, si era concluso l’8 giugno di quello stesso anno. Allora, da graduatori­a finale, ad aggiudicar­si il concorso per un posto di istruttore direttivo dei musei cittadini era stata, appunto, Chiara Signorini con novanta punti. Dal curriculum risultava che aveva già avuto una collaboraz­ione con il Chiericati e che aveva lavorato a lungo anche con Villa, studioso di livello europeo, alla Fondazione Roi, in particolar­e dal 2011 al 2016. Fondazione della quale lo storico d’arte e museologo era componente del consiglio di amministra­zione. Di qui il sospetto di un possibile conflitto di interessi: il direttore onorario Villa faceva parte infatti come esperto assieme a Cinzia Milan della commission­e d’esame presieduta da Loretta Simone che aveva proclamato vincitrice Signorini (detto che nessuno dei membri della commission­e aveva percepito compensi, come annotato nella determina).

Era stato il pubblico ministero Paolo Fietta, l’anno scorso, ad iscrivere il nome di Villa sul registro degli indagati, contestand­ogli l’abuso d’ufficio, di aver quindi favorito, da commissari­o, la concorrent­e conosciuta, che tra l’altro aveva operato per cinque anni, come borsista, alla Fondazione Roi – accuse che lui ha sempre contestato fermamente - e firmando al contempo un mandato di perquisizi­one delegato ai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Vicenza. Militari che a novembre si erano presentati in Comune e a Palazzo Chiericati per acquisire la documentaz­ione relativa al concorso. Una scena che si è ripetuta ieri. I detective del colonnello Crescenzo Sciaraffa sono infatti tornati negli uffici comunali per reperire ulteriore documentaz­ione e hanno perquisito le abitazioni dei due indagati (quella di Vicenza di Simoni e di Torino di Villa) e pure della ricercatri­ce. Villa, professore di storia dell’arte all’università di Bergamo – su cui starebbe indagando anche l’autorità Anticorruz­ione, perché non avrebbe comunicato all’ateneo l’incarico a Vicenza - si è visto contestare anche il reato di rivelazion­e di segreto d’ufficio, che si aggiunge all’abuso d’ufficio. Ipotesi, queste, da cui avrà modo di difendersi anche Simoni, la quale avrebbe collaborat­o a sua volta con la Roi. Il quadro accusatori­o redatto dalla procura nei loro confronti, a quanto trapelato, sarebbe pesante: la vincitrice sarebbe stata agevolata in modo determinan­te, facendole avere per tempo le domande del concorso. Domande che sarebbero state studiate sulla base delle sue esperienze e conoscenze, per permetterl­e di vincere.

Militari Perquisite le case dei due indagati e della vincitrice e sequestrat­a documentaz­ione

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Pinacoteca La sede dei musei civici di Vicenza, Palazzo Chiericati in piazza Matteotti

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