Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Indagini sulla ditta show in aula di Sorsi e il giudice la caccia
BASSANO L’imprenditrice Silvana Sorsi, già amministratrice della «Balestra 1882» di Bassano fallita nel 2013, torna a fare show in tribunale a Vicenza, dove è a processo per calunnia verso due ufficiali della guardia di finanza che aveva effettuato indagini sul crac da decine di milioni di euro della sua ditta orafa.
Ieri mattina, fuori controllo, la 69enne di Altavilla Vicentina ha addirittura costretto il giudice Deborah De Stefano a farla allontanare da un carabiniere dall’aula in cui era in corso l’udienza (e per il suo comportamento rischia una denuncia).
Riammessa poco dopo, la donna, in piedi accanto al banco degli imputati, sostenuta da una stampella, ha ottenuto di parlare e ha continuato ad usare un tono di voce eccessivo, urlando a più riprese, non ammettendo di essere interrotta nemmeno dal giudice, agitando con foga i documenti che teneva in mano, arrivando anche a chiedere la ricusazione del suo avvocato, Federica Doni. Il tutto per ribadire che «la guardia di finanza ha operato illegalmente i sequestri nei confronti della Balestra», che si trattava a suo dire di «sequestri abusivi» e che «nei verbali redatti non era stato riportato tutto» e infine che gli ufficiali sentiti nella scorsa udienza «non hanno detto tutta la verità». E, ancora, commentando le dichiarazioni dei testimoni che sono sfilati ieri in aula.
Il procedimento in corso a carico di Silvana Sorsi è scaturito da una sua denuncia del maggio del 2011 in cui avrebbe sostenuto che i comportamenti degli ufficiali della tributaria l’avrebbero danneggiata con comportamenti vessatori. «Ne ho subite di tutti i colori» le parole della 69enne in tribunale, che ha avuto anche da ridire su quanto sostenuto dai testimoni sfilati nella scorsa udienza. Tra questi il colonnello Livio De Luca, già comandante provinciale di Vicenza delle fiamme gialle – accusato dalla Sorsi assieme al capitano Adriano Sacconi -, e il colonnello Paolo Borrelli, all’epoca comandante della Tributaria. Investigatori, che come accertato, avevano agito in modo corretto, su delega della magistratura inquirente bassanese, coordinata allora dal sostituto procuratore Monica Mazza.