Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Concorso truccato» sequestrati i telefoni sotto esame i messaggi
La Finanza vuole chiarire i contatti tra i due indagati e la vincitrice. Un esposto alla base dell’indagine
VICENZA «Concorso truccato», decine di documenti sull’esame sostenuto da vagliare accuratamente e cellulari sequestrati da passare al setaccio, a partire dal contenuto dei messaggi, a caccia di eventuali riscontri alle pesanti accuse formulate contro il direttore onorario dei musei civici e un dirigente comunale.
VICENZA Decine di documenti sul bando e gli esami sostenuti da vagliare accuratamente, e cellulari sequestrati da passare al setaccio, a partire dal contenuto dei messaggi, a caccia di eventuali riscontri alle pesanti accuse formulate anche verso un dirigente comunale. Quelle cioè di un concorso per istruttore direttivo dei musei civici considerato truccato, fatto vincere ad una concorrente conosciuta, facendole addirittura avere per tempo, il giorno prima, le domande a cui si sarebbe trovata a rispondere, col sospetto che fossero state studiate ad hoc per lei, in base alle sue competenze ed esperienze.
Contestazioni, quelle di abuso d’ufficio e rilevazione di segreto d’ufficio in concorso, dalle quali avranno la possibilità di difendersi i due indagati: il direttore onorario dei Musei, il professore universitario Giovanni Carlo Federico Villa, e Loretta Simoni, direttore del settore Cultura di Palazzo Trissino, che è stata presidente della commissione d’esame. I detective della guardia di finanza di Vicenza - coordinati dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner titolare dell’inchiesta scattata a seguito di un esposto - sono già al lavoro per esaminare il materiale acquisito nel corso delle perquisizioni di giovedì in municipio e negli uffici comunali della Cultura a Leva’ degli Angeli. E pure nelle abitazioni dei due indagati - quella a Vicenza di Simoni, che è rientrata dal mare, e a Bergamo di Villa, che si trova all’estero - e in quella della ricercatrice vicentina che si è aggiudicata il concorso, Chiara Signorini, che non risulta indagata.
A quanto trapelato gli investigatori del colonnello Crescenzo Sciaraffa starebbero passando al setaccio l’ulteriore documentazione acquisita – già otto mesi fa ne avevano recuperato una trance durante una prima “visita” negli uffici comunali – e i cellulari delle due donne, il cui contenuto sarà presto preso in esame. In particolare documenti sul concorso per titoli ed esami indetto dal Comune e concluso l’8 giugno di un anno fa, e soprattutto sull’esame sostenuto dalla vincitrice, ma anche, telefoni alla mano, sui contatti che ci sarebbero stati tra Signorini e l’allora presidente della commissione, Loretta Simoni (che già si conoscevano) nei giorni precedenti il concorso, e sempre tra Signorini e l’allora commissario Villa (era nella commissione come esperto) in particolare il giorno prima l’esame: una telefonata di alcuni minuti in cui si sospetta che il noto studioso possa aver rilevato le domande alla concorrente con cui aveva lavorato alla Fondazione Roi (in cui lui era membro del Cda, detto che anche Simoni aveva collaborato con la Roi).
«Mi trovo all’estero e quello che so l’ho appreso dai giornali, ma non ho ricevuto ancora nulla» spiega Villa, che già lo scorso autunno era stato iscritto sul registro degli indagati per abuso d’ufficio, accusa che aveva contestato pubblicamente sostenendo di aver sempre agito «con assoluta correttezza» e che il concorso era «cristallino». Ora che per lui si aggiunge anche l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, non intende fare dichiarazioni. «Le farò solo una volta tornato in Italia e compreso ciò che mi viene contestato, e allora non escludo di chiarire la mia posizione facendomi sentire dal pubblico ministero».
” Villa Chiarirò al pm la mia posizione quando sarò rientrato dall’estero