Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Scandalo al liceo, il docente libero un’ora al giorno
Il prof (che ha ammesso la relazione con la sua studentessa) potrà uscire di casa
VICENZA Non può ancora tornare in libertà (nemmeno con qualche obbligo di legge), così come da richiesta del suo avvocato (respinta), ma per un’ora al giorno potrà uscire di casa, dove è ristretto agli arresti domiciliari. Questo anche dovuto al suo stato di salute. Così ha deciso con provvedimento il giudice Roberto Venditti per il professore dell’Alto Vicentino arrestato lo scorso 29 marzo dalla guardia di finanza, agli arresti domiciliari dal 18 aprile, per la relazione da codice penale con una delle sue studentesse, una quindicenne. Relazione che lui stesso ha ammesso. Lo ha fatto solo dopo tre settimane di carcere, raccontando di essere andato oltre le semplici effusioni con la liceale, che vedeva fuori da scuola, in auto o in casa, in assenza della moglie e del figlio, riconoscendo di aver fatto solo un grosso errore. Arrivando a riferire anche oltre rispetto a quanto già cristallizzato dalle articolate indagini della guardia di finanza. Prima ancora che i detective del colonnello Crescenzo Sciaraffa piazzassero nella sua auto e abitazione cimici e telecamere per registrare quelle ore che trascorreva a tu per tu con la ragazzina, arrivando ad approcci spinti, ad atti sessuali con lei che si era presa una sbandata, ben al di là del suo ruolo di docente ed educatore. Un quadro accusatorio chiaro, che era valso la richiesta di rito immediato da parte della procura. L’istanza di patteggiamento concordata con il pubblico ministero Maria Elena Pinna c’è già, ed è quella che è stata sottoposta solo pochi giorni fa al giudice Venditti, e verrà riproposta nuovamente alla sua attenzione nell’udienza fissata per ottobre: due anni, con la sospensione della pena, detto che nel frattempo il docente, per ottenere maggiori benefici, ha provveduto a risarcire la studentessa con venticinquemila euro. A prescindere dalla pena per il quarantaseienne sarà comunque inevitabile la misura interdittiva della sospensione dall’insegnamento. Quanto al tornare a respirare una libertà piena, c’è tempo: al momento la richiesta della sua difesa non è stata accolta, il professore ha comunque ottenuto «un’ora d’aria» al giorno, dovuta anche a motivi di salute. Un’ora in cui potrà uscire dall’abitazione, avere contatti anche con altre persone oltre a moglie e figlio.