Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Avvocati veneti bocciati lettera al Guardasigilli «Mandi gli ispettori»
Rizzotto: «Mandi gli ispettori». C’è chi è stato bocciato dopo aver scritto sentenze
Praticanti veneti falcidiati all’esame per l’abilitazione forense, la capogruppo della Lista Zaia in Regione, Silvia Rizzotto (in foto), ha scritto al Guardasigilli chiedendo l’invio di ispettori alla Commissione. Pioggia di mail di praticanti furiosi. Una ragazza: per anni ho scritto sentenze poi firmate dal giudice e ora mi bocciano.
VENEZIA Praticanti falcidiati all’esame per l’abilitazione forense, la Lega scrive al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede invitandolo a mandare gli ispettori nella Commissione del distretto di Corte d’appello di Bologna (che per il gioco dei «controlli incrociati» ha corretto le prove scritte del distretto di Venezia) per verificare trasparenza e regolarità delle procedure di valutazione. Una richiesta già avanzata dal responsabile Giustizia di Rifondazione comunista Gianluca Schiavon ieri, quando il Corriere del Veneto ha sollevato il
caso.
I dati relativi all’andamento della prima prova, d’altra parte, hanno sorpreso un po’ tutti, perché danno uno spaccato sconfortante del praticantato legale in Veneto (praticantato, è bene ricordarlo, «certificato» dagli ordini provinciali), specie se confrontati con i risultati conseguiti nelle altre Regioni. A Venezia si erano presentati in 1.162 e sono passati all’orale in
377, appena il 32,4%. Un dato lontanissimo dal 58,1% di Catanzaro, il 64,8% di Torino, il
70,8% a Firenze, ma anche dalla media nazionale, attestata al
45,1%. A prendere carta e penna e scrivere al ministro pentastellato è stata la capogruppo della Lista Zaia in Regione, Silvia Rizzotto: «Il risultato dei nostri praticanti veneti è quantomeno inconsueto, non solo se teniamo a mente l’indiscussa qualità del percorso accademico offerto dalle università venete dove la giurisprudenza si insegna, ma anche e soprattutto se confrontiamo il risultato dei nostri praticanti con l’esito dimostrato da altri distretti piuttosto che alla media italiana. In entrambi i casi, il risultato dei veneti che hanno superato la prova è molto lontano». A destare «evidenti perplessità», secondo Rizzotto, è in particolare il meccanismo di valutazione, che vede i test, dopo essere stati visionati dalla Commissione, restituiti al candidato senza correzioni. «Come si può, così facendo, desumere gli errori fatti e, da questi, il giudizio, ancorché negativo? chiede Rizzotto -. Credo sia necessario un approfondimento sull’intera vicenda, anche e soprattutto per una questione di trasparenza. Mi auguro che il ministro proceda ad una rapida verifica». Tra i leghisti veneti eletti in parlamento, peraltro, non mancano gli avvocati, dal ministro degli Affari regionali Erika Stefani alla deputata Ingrid Bisa ed il senatore Andrea Ostellari mentre Alberto Stefani, giovane deputato pure del Carroccio, sta svolgendo proprio la pratica legale, sicché nel partito la sensibilità sul tema non dovrebbe mancare.
Intanto al Corriere del Veneto continuano ad arrivare testimonianze di praticanti furiosi, che chiamano in causa non soltanto le commissioni di valutazione (con i ricorrenti sospetti tra Nord e Sud) ma anche gli ordini professionali, accusati addirittura di prestabilire provincia per provincia (e dunque regione per regione) il numero dei candidati da far passare, in proporzione al numero dei legali prossimi alla pensione, oltre che di non vigilare sulla correttezza del tirocinio che in molti casi non viene retribuito, con i praticanti impiegati in compiti di segreteria. Molti i racconti sorprendenti, come quello di una ragazza bocciata tre volte nonostante per due anni abbia lavorato in Tribunale proprio a Bologna, arrivando a scrivere le sentenze poi firmate dal suo giudice-dominus. «È triste vedere anni di studio e lavoro in balia della fortuna - scrive un altro -. O meglio, della sfortuna».