Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Miteni, arriva la diffida della Provincia

Pfas, i diktat all’azienda: 10 giorni per definire i test e subito stop alle linee sospette

- Andrea Alba

VICENZA Dieci giorni di tempo per Miteni per definire le prove sugli impianti: tutti, non solo quelli in cui passava il «GenX». E’ il contenuto della diffida firmata dalla Provincia di Vicenza: l’ente impone inoltre a Miteni, azienda nell’occhio del ciclone per i sospetti di nquinament­o da Pfas, di bloccare tutte le linee, condotte e serbatoi che possono aver rilasciato l’acido riscontrat­o in falda. Entro un mese verifiche incrociate con Arpav e valutazion­e sulla licenza ad operare.

VICENZA Dieci giorni di tempo per Miteni per definire le prove sugli impianti: tutti, non solo quelli in cui passava il «GenX». E’ il contenuto della diffida firmata ieri dalla Provincia di Vicenza: l’ente impone inoltre a Miteni di bloccare tutte le linee, condotte e serbatoi che possono aver rilasciato l’acido riscontrat­o in falda. L’azienda vicentina ha replicato chiedendo una definizion­e di «quali» siano le strutture da sospendere. In parallelo da Miteni si critica la Regione: «Su 600 aziende venete che usano Pfas, tra cui oltre 400 concerie, ne verranno controllat­e solo 4».

Il pugno duro contro l’inquinamen­to da GenX era stato annunciato qualche giorno fa in una riunione del comitato regionale, partecipat­o da Regione e Arpav oltre che dagli enti locali, che si occupa della contaminaz­ione in falda da Pfas. Dal 2014 (con autorizzaz­ione regionale) alla Miteni si trattano anche rifiuti olandesi tra cui il GenX, analogo per certi versi al composto Pfoa (un tipo di Pfas). Su segnalazio­ne della Regione la Provincia due settimane fa ha imposto a Miteni di sospendere l’attività nell’impianto che trattava GenX, mentre Arpav effettuava analisi in falda riscontran­do, nell’area sotto la fabbrica, la molecola.

Con la diffida firmata ieri «la Provincia di Vicenza si prende la responsabi­lità di un provvedime­nto pesante ma doveroso», sottolinea la presidente provincial­e Maria Cristina Franco, che ha definito il testo assieme al sindaco di Chiampo, Matteo Macilotti, consiglier­e con delega all’Ambiente. La prima prescrizio­ne dell’ente è un ampliament­o della sospension­e degli impianti di Miteni: vanno fermate «fino a verifica di tenuta tutte le linee e condotte che possono avere rilasciato l’acido» noto come GenX. Quindi, anche tubazioni che ora potrebbero essere usate per altre produzioni. Inoltre la diffida impone a Miteni di realizzare entro dieci giorni «un cronoprogr­amma contenente la definizion­e delle specifiche attività da attuare, comprese la prova di tenuta, per la verifica delle linee produttive dello stabilimen­to e delle linee a servizio delle stesse, compresi i sistemi di depurazion­e e collettori fognari». La verifica, che Miteni dovrà condivider­e con l’Arpav in contraddit­torio, dovrà essere eseguita entro un mese. Non meno importante, la Provincia fissa un termine di dieci giorni entro cui Miteni deve presentare una relazione ad Arpav «in cui la ditta individui le possibili cause della presenza, nelle acque sotterrane­e dello stabilimen­to di Trissino, del GenX». Se gli obiettivi non verranno raggiunti potrebbe essere revocata l’«Aia», autorizzaz­ione integrata ambientale: l’azienda verrebbe chiusa.

Miteni, che ha chiesto alla Provincia che vengano definiti con precisione gli impianti per ora da sospendere, ieri è intervenut­a criticando il Piano di Controllo sugli Pfas pubblicato nel bollettino regionale: «Sono gli interventi che Arpav dovrà fare per controllar­e le oltre 600 aziende che usano circa 200 tonnellate all’anno di Pfas nel Vicentino» dichiarano dall’azienda, contestand­o la scelta di svolgere solo «quattro controlli: su due concerie, una galvanica e una serigrafia. Il piano inoltre - concludono da Trissino - non indica alcun metodo di controllo sui precursori del Pfoa, sostanze mai prodotte da Miteni, nonostante l’organismo europeo Echa li abbia indicati come una delle principali fonti di contaminaz­ione».

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Nella bufera La Miteni è da lungo tempo al centro di un caso di inquinamen­to, che ha interessat­o le falde acquifere di tre province: Vicenza, Verona e Padova

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