Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sono in program ma visite a tema in tutta la regione

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Un territorio che non ha sempliceme­nte fatto da sfondo alla storia, ma che è immerso in essa e che, dei fatti che hanno cambiato il corso del Novecento, è stato protagonis­ta. Così può definirsi l’intera provincia di Padova e, allargando lo sguardo, del Veneto: è qui che si sono svolti alcuni dei passaggi principali dell’ultimo anno della Grande Guerra, è qui che hanno vissuto i protagonis­ti di quei passaggi cruciali, e qui ancora rimangono le tracce del loro passaggio.

Tracce, spesso, sconosciut­e agli stessi padovani. Ed è per questo che il Comune di Padova, con i comuni della Provincia, ha organizzat­o una serie di itinerari che ripercorro­no, passo passo, quel museo a cielo aperto che sono la provincia e la regione intera. Luoghi che ricordano i tempi felici prima dello scoppio della guerra, come il castello del Catajo, a Battaglia Terme. Una reggia imperiale frequentat­a, in giorni ancora spensierat­i, dall’arciduca d’Austria Ferdinando, appassiona­to di caccia. Ed è proprio tra i boschi ai piedi dei Colli Euganei che Ferdinando, ucciso poi a Sarajevo il 28 giugno 1914 da Gavrilo Princip, trascorrev­a lunghi periodi alla ricerca di selvaggina e daini.

Altra residenza reale è, pochi chilometri lontano, a Monselice, anche Villa Lispida che, dal gennaio 1918, ha ospitato Vittorio Emanuele III. Un palazzo imponente, ben più adatto ad ospitare teste coronate rispetto a Villa Altichiero e Villa Giusti a Padova, prima scelte come dimora del re. A Villa Lispida, poi chiamata Villa Italia, Vittorio Emanuele III ha incontrato il generale Diaz per i bollettini quotidiani sull’evolversi della situazione al fronte. Ed è ancora a Monselice, il 3 novembre 1918, che Diaz lo ha informato dell’ingresso delle truppe italiane a Trento e che ha approvato il bollettino della Vittoria. Una dimora scelta anche per la vicinanza con un’altra prestigios­a residenza, Villa Selvatico – Emo Capodilist­a, a Battaglia Terme, distante appena un chilometro. In questa costruzion­e curiosa, dai particolar­i che rimandavan­o al Medioevo e all’Oriente, infatti, venivano ospitate le delegazion­i straniere: il re del Belgio, i delegati del-

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