Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Via Torino, l’ipotesi sondaggio sul front-office
Il nuovo sportello non convince l’assessore Porelli: «Penso a una consultazione»
VICENZA La priorità è «trovare una soluzione per lo sportello unico di via Torino», anche se il traguardo è ancora da definire. Ma per delineare il futuro del front-office si apre pure la strada di una consultazione dei cittadini: «Mi piacerebbe molto - dice l’assessore alle Risorse umane, Valeria Porelli - però non è semplice. L’ipotesi comunque c’è, stiamo cercando il metodo giusto per metterla in pratica».
Insomma, nel destino del front-office aperto dalla precedente Giunta di centrosinistra potrebbe anche inserirsi il parere diretto dei vicentini. D’altronde, definire il futuro dello sportello unico inaugurato a maggio in via Torino è considerata un’urgenza per la nuova amministrazione, tanto da essere in testa alle linee programmatiche dell’assessorato alle Risorse umane. Ieri Porelli ha fatto il punto sugli obiettivi del mandato amministrativo, partendo proprio dal progetto del front-office tanto contestato dal centrodestra in campagna elettorale. In quest’ottica l’assessore ha pure incontrato il suo ex-collega Filippo Zanetti («Un incontro di prassi per capire le problematiche urgenti», spiega) mentre conferma di aver richiesto «alcune valutazioni».
La prima è di carattere giuridico: «Voglio capire se bloccando quel progetto c’è il rischio di incorrere nel danno erariale», dice l’assessore. Poi c’è la valutazione nel merito: «Devo capire - osserva Porelli - come mai alcuni aspetti previsti nel progetto non sono stati realizzati, come gli accordi per la mensa e per le agevolazioni al parcheggio dei dipendenti». Infine, la defini- zione di un’eventuale alternativa ai locali di via Torino: «Al momento tutte le strade sono aperte - è la tesi dell’assessore - ma non è scontato che si torni alla situazione precedente».
Oltre al futuro del front-office, però, l’assessorato punta anche ad altri traguardi: «Un rinforzo dell’ufficio che lavora ai bandi con l’Unione europea e la Regione - spiega Porelli perché crediamo che le potenzialità contributive di queste realtà non siano sfruttate appieno». Poi una riorganizzazione della macchina comunale e il «rafforzamento della formazione e dell’aggiornamento del personale».