Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Autonomia, si tratta E Zaia promette: intesa entro l’anno
Aperto ieri il negoziato col ministro a Roma
VENEZIA Nuovo incontro ieri, a Roma, tra il governatore Luca Zaia e il ministro degli Affari regionali Erika Stefani per il formale (ri)avvio delle nego- ziazioni tra la Regione e lo Stato per l’attribuzione al Veneto di «nuove e più ampie forme di autonomia». E per la prima volta Zaia si è sbilanciato sulla firma: «Dovremmo farcela entro l’anno».
VENEZIA Nuovo incontro ieri, a Roma, tra il governatore Luca Zaia e il ministro degli Affari regionali Erika Stefani per il formale (ri)avvio delle negoziazioni tra la Regione e lo Stato per l’attribuzione al Veneto di «nuove e più ampie forme di autonomia», dopo lo stop elettorale e la formazione del governo. E per la prima volta Zaia si è sbilanciato indicando un termine per la firma dell’intesa che dovrà poi approdare in parlamento: «Dovremmo farcela entro l’anno». Sul tavolo di via della Stamperia c’era la bozza della legge delega messa a punto dai consulenti giuridici di Palazzo Balbi e spedita giovedì scorso al ministero, legge che se sarà approvata dalle Camere – a maggioranza assoluta - demanderà poi al governo, tramite decreti legislativi, l’individuazione delle materie oggetto di devoluzione, competenza per competenza, con le risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie ad adempiervi. Sul piano dei contenuti, il nuovo testo allarga l’oggetto della trattativa da 5 a 23 materie (tutte quelle previste dalla Costituzione). Sul piano delle risorse, invece, il percorso si articolerebbe in due step: in una prima fase verrebbero garantiti al Veneto gli stessi soldi spesi fino a quel momento dallo Stato per la gestione della competenza devoluta, secondo il principio della spesa storica (lo Stato spendeva 100, la Regione avrà 100 e se riuscirà a risparmiare buon per lei, terrà la differenza); dopo cinque anni, invece, il parametro di riferimento diventerebbero i fabbisogni standard, definiti da una Commissione paritetica, il che secondo i tecnici della Regione dovrebbe favorire il Veneto che ha sempre avuto una spesa media per i servizi tra le più basse d’Italia (lo Stato spende 100, il fabbisogno standard nazionale è di 110 ma la Regione riesce a spendere 80: il differenziale è di 30 e resta in cassa a Palazzo Balbi). I fondi verrebbero garantiti da compartecipazioni ai tributi maturati nel territorio e riserve di aliquota.
«Il ministro Stefani – ha detto Zaia – mi ha informato che anche Umbria, Toscana e Marche hanno presentato la loro richiesta per l’autonomia. Vedo con piacere che molte Regioni stanno galoppando lungo il percorso aperto da noi, che sta avviando una storica stagione di riforme. La nostra legge delega è un’interpretazione totale, millimetrica, delle previsioni contenute nella Costituzione, con l’indicazione delle 23 materie e delle risorse per gestirle. Di fatto, in questo modo, si ridisegna l’intera ossatura del Paese perché, se tutte le Regioni avessero l’autonomia, il nostro paese diventerebbe di fatto e di diritto uno Stato Federale». Quanto ai tempi, Zaia si è detto ottimista: «La trattativa è entrata nel vivo, vedo voglia di fare e ritengo che si possa arrivare alla definizione e alla firma dell’intesa in tempi brevi, entro l’anno. Il ministro si è preso del tempo ma ho chiesto alle delegazioni di definire le modalità di procedura, il contenitore giuridico ma soprattutto di darsi dei temi ben definiti. Sul successivo iter parlamentare non posso fare previsioni ma sono fiducioso perché su questa partita c’è un impegno con i cittadini delle forze politiche che governano». E cioè la Lega e il Movimento Cinque Stelle. Ma anche il Pd vuole essere della partita. «Bene che il processo di autonomia abbia date certe – commenta il deputato del Pd Roger De Menech – finalmente sono state abbandonate proposte fantasiose e prive di qualsiasi possibilità di successo: è una buona notizia, si prosegue sul percorso individuato nella precedente legislatura». Sottinteso: quando a Palazzo Chigi c’eravamo noi.