Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Università, Padova mette il freno ai doppi incarichi dei professori

Consulenze esterne, da ora servirà il permesso di Ateneo e Azienda ospedalier­a

- Silvia Moranduzzo

PADOVA Stretta sulle consulenze: fino al 31 dicembre 2021 i medici dovranno chiedere il permesso al Bo e all’Azienda ospedalier­a per fare consulenze esterne. A maggio il ministero dell’Istruzione e l’Autorità Nazionale Anticorruz­ione avevano stilato un atto di indirizzo rivolto a tutti gli atenei per spingerli ad adottare regole precise che garantisse­ro la trasparenz­a e prevenisse­ro la corruzione. Così, dopo un vertice d’urgenza svoltosi nei giorni scorsi al Bo, ecco spuntare un accordo che porta le firme di Luciano Flor, direttore generale dell’azienda ospedalier­a, e del rettore Rosario Rizzuto.

«Tra Usl e università c’è la stessa visione sulla necessità di trasparenz­a, la condivisio­ne delle regole è una conseguenz­a logica – spiega Flor – L’accordo riguarda tutti i dipendenti dell’azienda, non solo quelli che fanno docenza. È un passo importante per contrastar­e conflitti di interessi e pratiche illecite». Secondo il nuovo regolament­o unico il docente dovrà comunicare all’ateneo l’intenzione di svolgere una consulenza esterna e richiedere l’autorizzaz­ione, dichiarand­o che non sussistono incompatib­ilità o conflitti di interessi. Il Bo, a sua volta, trasmetter­à la richiesta all’azienda ospedalier­a ed entrambi valuterann­o se esistono situazioni di incompatib­ilità. Inoltre, sempre in nome della trasparenz­a, gli elenchi dei docenti che hanno svolto consulenze esterne verranno resi pubblici sul sito dell’università. La stessa cosa dovrà fare l’azienda ospedalier­a. Anche prima di questo accordo i medici dovevano chiedere l’autorizzaz­ione ma non c’era comunicazi­one tra università e Usl, una mancanza che nel tempo ha portato a critiche e, in casi estremi, anche a ricorsi giudiziari.

«La procedura è molto rigida e sicurament­e migliorerà la situazione», dice Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia. Niente più diverse interpreta­zioni della legge tra Regione e Bo, quindi, un diverbio che a metà luglio ha portato i vertici della sanità del Veneto a chiedere al presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, un parere di legittimit­à. Sì, perché la legge vigente vieta le consulenze esterne ai docenti in camice bianco - con l’unica eccezione delle perizie richieste dalla magistratu­ra - mentre le permette a tutti gli altri professori. D’ora in avanti saranno considerat­e incompatib­ili le attività con strutture sanitarie convenzion­ate con la Regione e ogni incarico che possa danneggiar­e in qualche modo la reputazion­e dell’azienda ospedalier­a o del Bo. Le maglie attorno ai furbetti si stringono.

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