Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ponte, la Vardanega condannata a pagare 450 mila euro. E il Comune chiede i danni per l’«immagine»
Il tribunale respinge il ricorso dell’azienda. Il sindaco: «Ci ridiano anche l’anticipo»
BASSANO Il Comune si aggiudica il primo round nella battaglia legale seguita alla risoluzione del contratto in danno con l’impresa Vardanega, ora in liquidazione, per i lavori di restauro del Ponte degli Alpini. Il Tribunale di Vicenza ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla società trevigiana, che aveva in appalto l’intervento, contro la richiesta del Comune di incassare la polizza fideiussoria emessa per conto della stessa impresa dalla Reale Mutua di Assicurazioni per 453.592 euro.
«In sostanza, i giudici hanno riconosciuto il danno determinato dal mancato rispetto del contratto da parte della ditta, con un cantiere improduttivo per oltre un anno - osserva il sindaco Riccardo Poletto - accordo che abbiamo rotto lo scorso 3 maggio. È quindi stata accolta la nostra richiesta di incassare l’intera somma a garanzia».
«I lavori sembrano trovarsi ad uno stato talmente arretrato che la fondatezza della pretesa creditoria dell’amministrazione (….) appare, francamente più che plausibile», motiva il provvedimento. Nella stessa ordinanza, il tribunale ha anche condannato la Vardanega a pagare le spese legali per 8.537 euro. «È vero che il provvedimento emesso dal giudice in sede cautelare è impugnabile dall’impresa entro 15 giorni e quindi la controversia non è da considerarsi definitivamente chiusa, ma è altrettanto vero che si tratta di un ottimo risultato a nostro favore, tenuto conto anche dell’ampia motivazione che lo sorregge, che dimostra la correttezza della risoluzione in danno e del comportamento dell’amministrazione», sottolinea Poletto.
Sulla possibilità di impugnare l’ordinanza del Tribunale, Giannantonio Vardanega, titolare dell’impresa, ha fatto sapere che valuteranno i suoi legali.
Vinta una battaglia, resta da vincere la guerra. Il Comune ha garantito che continuerà a battere cassa su questa tormentata vicenda. «Pensiamo ad un’azione legale anche per il danno di immagine riportato dalla città, colpita nel suo monumento principale, unico al mondo» anticipa il sindaco. Resta poi da affrontare un’altra importante partita ancora aperta. È quella degli 879mila euro anticipati dal Comune all’impresa subito dopo la firma sul contratto. «Come prevede la normativa avevamo dato all’azienda il 20 per cento del valore dell’intervento - spiega il primo cittadino - Cifra che, detratto l’importo dei pochi lavori eseguiti, al vaglio dei collaudatori amministrativi, chiederemo ci sia restituita».
«Il provvedimento apre nuovi scenari sulla vicenda ponte - aggiunge il vicesindaco Roberto Campagnolo - Mi auguro che ora si smetta di attaccare il nostro operato e di diffondere tesi prive di fondamento». Nel frattempo si pensa anche a riaffidare i lavori. La seconda impresa in graduatoria, la Inco di Pergine Valsugana, ha già in mano tutto l’incartamento e si attende una sua risposta. «Se sarà affermativa, entro agosto procederemo con il nuovo contratto», fa sapere Poletto. Sul rigetto del ricorso di Vardanega interviene anche il circolo di Bassano del Partito democratico che governa la città. «Questi soldi non ci faranno recuperare il tempo perso - rileva il segretario Luigi Tasca ma dimostrano che il progetto è realizzabile e che i tecnici comunali hanno lavorato bene».