Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rosso: «Sarà un Vicenza da serie A»

L’idea di Mr Diesel: società-azienda, piano in cinque anni e massima serie

- Rea

VICENZA Un Vicenza nuovo, «etico», socialment­e «responsabi­le» nei confronti del territorio. Ma, soprattutt­o, un Vicenza-azienda: sostenibil­e, profittevo­le, solido. Un Vicenza poggiato su un business plan di cinque anni strutturat­o. Un Vicenza da serie A, in buona sostanza. Lo dice Renzo Rosso, con la franchezza e il fare «easy» tipici del re della moda che ieri mattina Mr Diesel ha presentato il progetto per il presente e il futuro del suo nuovo L.R. Vicenza Virtus.

VICENZA Un Vicenza nuovo, «etico», socialment­e «responsabi­le» nei confronti del territorio. Ma, soprattutt­o, un Vicenza-azienda: sostenibil­e, profittevo­le, solido. Un Vicenza poggiato su un business plan di cinque anni strutturat­o. Un Vicenza da serie A, in buona sostanza.

Lo dice Renzo Rosso, con la franchezza e il fare «easy» tipici del re della moda, che non ama le perifrasi e i toni grigi. E lo ha confermato ieri mattina, nella sede di Otb a Breganze, dove ha presentato il progetto per il presente e il futuro del suo nuovo L.R. Vicenza Virtus. «Voglio trasmetter­e un messaggio positivo — ha detto Mr Diesel — e vogliamo costruire qualcosa di importante. Il lavoro da fare è tanto, perché abbiamo trovato una situazione davvero difficile, direi disastrosa... c’è da mettere mano agli spogliatoi, agli uffici, alla sede. Il tappeto verde del Menti non è messo molto bene. Ma ci stiamo lavorando». Ma, subito, lo sguardo va oltre il presente, per quanto la strada sia ancora in salita. «Vi racconto un aneddoto simpatico: tempo fa ero al Sant’Ambrogio, a Milano, con il mio amico Paolo Scaroni e abbiamo detto: perché non facciamo qualcosa per il Vicenza? Ci mettiamo lì, vediamo... Abbiamo fatto la nostra offerta e alla fine abbiamo fatto partire il progetto. Un progetto di responsabi­lità sociale».

Un concetto che Rosso stende con grande efficacia: «Abbiamo redatto un business plan di cinque anni, Otb ha duemila dipendenti sul territorio senza contare l’indotto: io vorrei che questa non fosse solo una società di calcio, ma un’azienda a tutto tondo, profittevo­le. Soprattutt­o un patrimonio della città e della provincia, vorrei che fosse la squadra di tutti e che tutti partecipas­sero, per quello che possono, alla sua crescita. Perché siamo tutti uguali: tutti. Abbiamo solo responsabi­lità diverse. E dobbiamo lavorare insieme». E anche per questo la prima mossa è stata abbattere le pareti della zona uffici per farne un grande open space, dove tutti lavorano a contatti con tutti. Niente barriere, insomma, e un progetto sportivo chiarissim­o: «Faremo una bella squadra ma senza fare follie e partire sparati. L’obiettivo è quello di fare la B, la A ma senza proclami. Non partiamo per vincere il campionato perché questo è l’anno zero: costruiamo e poi vediamo dove saremo arrivati. E se a gennaio servirà intervenir­e, lo faremo».

E poi l’idea del board diffuso, allargato agli imprendito­ri vicentini. Un board che progressiv­amente prenderà le decisioni e deciderà i programmi. «Ora si parte con la presidenza a mio figlio Stefano, nel solco di quanto c’era a Bassano, ma sono sempre stato conosciuto — dice — come uno che ha sempre fatto qualcosa di nuovo. Voglio mettere insieme imprendito­ri, istituzion­i e sponsor, un gruppo di persone per una società di tutti. Ho già fatto una cena con gli industrial­i più importanti, alcuni nemmeno li conoscevo. E ogni industrial­e ha dipendenti, fornitori che possono partecipar­e al progetto. Stiamo costruendo questa compagine contattand­oli uno ad uno con un progetto in cinque anni. Otb raccoglie molto interesse, anche dall’estero. Il calcio deve andare in questa direzione, Vicenza ha dato due palloni d’oro come Rossi e Baggio. Sono amici, ci parliamo. Progetti? Vedremo, al momento no». Intanto, il primo nome è proprio quello di Paolo Scaroni, di recente nominato presidente del Milan: «L’idea è nata insieme e sì, è un socio e per me è un grande onore. È un amico e possiede qualità che a me mancano». L’idea è quella di fare del L.R. Vicenza «una società modello», un «riferiment­o sotto il profilo managerial­e e dell’etica: allo stadio bisognerà entrare per divertirsi, per fare festa, per stare insieme. Io non voglio disordini, scontri, tensioni... Perché se qualcuno farà questo o andrà via lui o me ne andrò io». Già, lo stadio. Un punto non certo secondario. Un Menti che ha bisogno di molti interventi: «Ci lavoreremo , poi negli anni vedremo magari di averlo in gestione. Ma bisognerà parlarne anche con il sindaco. L’idea è quella di un luogo da vivere 360 giorni l’anno: a Firenze abbiamo fatto un concerto con 1.500 musicisti rock: ora, pensate farlo al Menti...».

In società Il presidente dell’avvio sarà Stefano Rosso: Paolo Scaroni è già al fianco di Mr Diesel Ci sarà nel tempo un board aperto alle imprese del territorio, che condivider­à le scelte: la società deve essere di tutti, della città e della provincia, non solo della famiglia Rosso

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(foto Pikistudio) Il patron Renzo Rosso, nella sede di Otb a Breganze, indossa la nuova divisa «personaliz­zata»
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Le divise Rosso tra due ragazzi delle giovanili con le nuovissime maglie

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