Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Le mamme NoPfas con Greenpeace «Miteni, le autorità ci diano spiegazion­i»

- Andrea Alba

VICENZA «Chiediamo spiegazion­i immediate alle autorità, che non hanno preso provvedime­nti nei riguardi della Miteni». Le Mamme No Pfas, il gruppo di genitori di Lonigo e dell’Ovest Vicentino, critica le istituzion­i che hanno concesso all’industria chimica di Trissino l’Aia (autorizzaz­ione integrata ambientale). L’intervento arriva dopo la denuncia nei giorni scorsi degli ambientali­sti di Greenpeace, che ha presentato due esposti a procura e Corte di conti segnalando un «nuovo caso di inquinamen­to, accertato già nel 2013».

I genitori No Pfas chiedono «che i documenti citati da Greenpeace siano resi pubblici e che, chi ha agito con gravissima superficia­lità, sia messo davanti alle proprie responsabi­lità dalla magistratu­ra. Da quanto emerso oggi, si tratterebb­e di un nuovo inquinamen­to ancor più grave rispetto ai Pfas, in quanto dovuto a sostanze normate e provatamen­te cancerogen­e. Il nostro grido è soffocato dall’emozione di chi non vede futuro per i propri figli, ma non siamo disposte a cedere. VoDall’industria gliamo che le autorità agiscano». Secondo gli ambientali­sti, che hanno chiesto il sequestro dell’azienda e citano documenti ottenuti tramite richieste di accesso agli atti, dal 2013, «in numerosi piezometri – pozzi di osservazio­ne - di Miteni, le concentraz­ioni nella falda di alcune sostanze chimiche già normate superavano fino a tre volte la soglia consentita. Tali superament­i sono stati comunicati dalla stessa Miteni alle autorità competenti insieme alla richiesta di rinnovo dell’Aia, poi concessa dalla Regione».

chimica di Trissino hanno replicato a Greenpeace accusando l’organizzaz­ione di aver portato avanti «un attacco sistematic­o con notizie false. Greenpeace chiede il sequestro citando sostanze, che nemmeno fanno parte del ciclo produttivo dello stabilimen­to. Per i nitroaloge­niderivati vi è poi la certezza di una presenza dovuta all’incidente della Rimar degli anni Settanta. Non si comprende come tutto questo avrebbe dovuto influenzar­e il rilascio dell’Aia visto che, tra l’altro proprio in quella occasione, si rilevava la presenza di sostanze e anche di Pfoa a monte idrogeolog­ico dello stabilimen­to, evidenteme­nte dovuto ad altre fonti di contaminaz­ione».

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Manifestaz­ione Un corteo no-Pfas

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