Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Con il «Lane» sulla pelle

Passione Vicenza La «R» tatuata e la speranza che, con Rosso, torni in alto. Tanti i tifosi che ci credono. Uno, Leo, si racconta: «Mister Diesel è quello giusto. Io diesse? Prenderei Cocco»

- Corrado Ferretto

VICENZA Il Vicenza, il biancoross­o: passione senza confini. La mitica «R» vuol dire vent’anni ininterrot­ti di A, due vittorie di fila al torneo di Viareggio e un favoloso secondo posto alle spalle della Juventus. Per i tifosi la «R» del «Lane» non è un marchio: è appartenen­za, simbolo laicamente sacro che, con l’arrivo di patron Enzo Rosso, si spera torni in alto, altissimo. Chi ha il Vicenza sulla pelle lo sa. Uno per tutti: Leonardo Pietrobon. Tifoso biancoross­o fin da bambino, passione sbocciata non proprio accanto al Menti e sfociata in una «R» tatuata a centro schiena, Leo è nato e vive a Castelfran­co, paese di Francesco Guidolin. «Un grande tecnico che ha scritto pagine indelebili nella storia del Vicenza. Ogni tanto mi capita di fare con lui un giro in bicicletta ed è ovviamente un onore per me. Quando il Vicenza ha vinma to la Coppa Italia avevo dieci anni ma quel trionfo me lo ricordo bene perché chi l’ha vissuto me l’ha raccontato nei minimi dettagli un milione di volte».

E quella «R» sulla schiena?

«L’ho fatto perché è quasi come marchiare la fede biancoross­a, è stata una decisione presa nel periodo tristissim­o della gestione di Sergio Cassingena. Noi tifosi abbiamo ingoiato delusioni, amarezze, è proprio nelle difficoltà che si vede il vero tifoso, che non abbandona la nave in difficoltà. Ironia della sorte la “R” me l’ha tatuata un tifoso del Padova, rivalità che per la verità noi tifosi di curva sentiamo poco: il nostro vero derby è da sempre quello con l’Hellas».

L’arrivo di Renzo Rosso ha accesso nuovi entusiasmi. Cosa ne pensi?

«Ritengo Rosso un grande imprendito­re, un uomo che ha dimostrato capacità e lungimiran­za. Credo sia la persona giusta per rilanciare i colori biancoross­i».

Vincere subito in serie C però non è mai facile.

«E’ vero, ma la cosa più importante che voglio vedere nella gestione di Rosso è un progetto chiaro, un programma che getti basi solide per risultati importanti. Le prime mosse sul mercato mi piacciono, perché in organico ci sono giocatori di proprietà. Questo è garanzia che c’è l’idea di costruire nel giro di due, tre anni un gruppo forte. Se poi la promozione in B arriverà al primo tentativo e la massima serie di conseguenz­a saremmo tutti felicissim­i, ma non sono di quelli che chiedono tutto e subito».

La nuova società ha chiesto ai tifosi 10 mila abbonati: possibile?

«Le lunghe code dei primi giorni allo stadio fanno pensare che saremo in tanti a rispondere alla richiesta di Rosso. Io il mio dovere l’ho già fatto, l’abbonament­o l’ho già in tasca».

Al posto del ds Seeber per esaltare i tifosi chi porteresti a Vicenza?

«Senza mirare ad obiettivi inarrivabi­li punterei su un regista alla Di Gennaro. Paghera dell’Avellino potrebbe andare bene. Premesso che Maistrello mi piace per come lotta in campo, in attacco farei di tutto per far tornare in biancoross­o Andrea Cocco, l’ultimo centravant­i veramente forte con la maglia biancoross­a».

Nel segno di Guidolin La fede biancoross­a maturata nel paese dell’ex tecnico: «Al club chiedo progetti chiari»

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Vita di curva Leonardo Pietrobon, castellano, abbonato e tifoso sin da bambino. «Sia chiaro - dice che qui parlo per me e non per la curva»

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