Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ponte, ultimo giorno per il ricorso Vardanega: «Avvocati al lavoro»
A settembre lavori assegnati alla Inco di Pergine. Il Comune: inizieranno a gennaio
BASSANO Risoluzione del contratto in danno con l’impresa Vardanega, ora in liquidazione, per i lavori di restauro del Ponte degli Alpini: scadono oggi i termini per la ditta trevigiana per impugnare il provvedimento cautelare con cui il Tribunale di Vicenza riconosce il danno, permettendo al Comune di incassare la polizza fideiussoria di 453mila euro. «Non ci risulta siano stati depositati ricorsi», fa sapere l’assessore alla Cura urbana, Roberto Campagnolo. «C’è tempo fino a domani (oggi ndr) — evidenzia Giannantonio Vardanega, il titolare dell’omonima impresa, senza però sbilanciarsi —. I nostri legali si stanno consultando con quelli della compagnia assicurativa con cui abbiamo stipulato la polizza. Decideranno il da farsi».
Era lo scorso 3 maggio quando il Comune comunicava alla ditta di Possagno la rescissione dell’accordo, con l’aggiunta del danno per «mancato rispetto del contratto», che quantificava nei 453mila euro della polizza di garanzia, emessa per conto dell’impresa dalla Reale Mutua di Assicurazioni. L’amministrazione è stata autorizzata ad incassarla dal Tribunale nonostante la Vardanega si fosse opposta. «I lavori sembrano trovarsi ad uno stato talmente arretrato che la fondatezza della pretesa creditoria dell’amministrazione (….) appare, francamente più che plausibile», motiva il provvedimento. Nello stesso, il giudice condanna la Vardanega a pagare le spese legali per 8.537 euro. La controversia tuttavia non è chiusa definitivamente. Perché la ditta può impugnare il provvedi- mento entro oggi .«Il Comune ha venduto questo punto a suo favore come fosse una vittoria determinante e su tutti i fronti, in realtà riguarda solo la riscossione della polizza come prevede il codice degli appalti — precisa l’ impresario —. Ma non è quello che entra nel merito del progetto».
Intanto in via Matteotti si pensa anche ad avviare un’azione legale contro la Vardanega — il cui ramo operativo è stato ceduto ad una nuova società, la Imprevar — per il danno di immagine riportato dalla città, «colpita nel suo monumento principale, unico al mondo». Resta poi da affrontare un’altra importante partita ancora aperta. E’ quella degli 879mila euro anticipati dal Comune all’impresa subito dopo la firma del contratto, corrispondenti al 20% del valore dell’intervento, come previsto da codice degli appalti. Dalla cifra consegnata l’ amministrazione chiedesi a detratto l’importo dei lavori eseguiti, che sono al vaglio dei collaudatori amministrativi, e il resto le sia restituito.
Nel frattempo negli uffici tecnici procede l’iter per riaffidare l’intervento. Contattata, la seconda impresa in graduatoria, la Inco di Pergine Valsugana, ha già in mano l’incartamento e sta facendo le proprie valutazioni. «Se accetterà di subentrare, entro il mese o a inizio settembre potremmo avviare le procedure per un nuovo contratto», dichiara l’assessore Campagnolo. Ma bisognerà comunque attendere gennaio per l’avvio dei lavori nell’alveo del Brenta.
Il nodo In ballo la fine del contratto e il danno per il restauro dell’opera, in forte ritardo La cifra Il Tribunale: il Comune può incassare la polizza di 453 mila euro