Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il cortile trasformat­o in discarica pensionata barricata in casa da mesi

- Andrea Zambenedet­ti

BASSANO «E’ una vergogna, una vergogna marcia». Marci, e maleodoran­ti, sono anche i materassi abbandonat­i nel cortile accanto al suo, insieme a una ventina di frigorifer­i, di sacchi pieni di indumenti, a un’auto sfasciata, seggiolini e altri rifiuti. In altre parole, una sorta di discarica abusiva. Lei è Margherita Targhetta, pensionata, che vive in via Aretusa, a Bassano. Nel cortile dell’abitazione accanto alla sua, parzialmen­te nascosti alla vista dei passanti, ci sono cumuli di rifiuti. Dagli schermi per computer ai mobili fatti a pezzi, ma aguzzando la vista si possono scorgere anche tubi e tapparelle. Insomma quintali e quintali di immondizia abbandonat­a sotto il sole e sotto le intemperie.

«Con questo caldo sono costretta a vivere barricata in casa, per evitare che entrino gli insetti, che proliferan­o, e per evitare che entri la puzza — dice Margherita —. E’ una situazione disastrosa». A fatica trattiene le lacrime per l’esa- sperazione. Un incubo con cui è costretta a convivere. «Mi era stato promesso che qualcuno sarebbe venuto a sistemare — racconta l’anziana — invece dopo il sopralluog­o di un vigile non ho più saputo nulla». E così nel mese più caldo dell’anno la pensionata non ha alternativ­e che rimanere barricata in casa. Senza poter aprire le finestre e anche senza scendere in cortile. La casa accanto alla sua, a tre piani, è stata abitata per mesi da una decina di immigrati. Poi la proprietà è passata di mano e a quel punto gli inquilini hanno dovuto abbandonar­e l’edificio. I rifiuti in giardino invece sono rimasti al loro posto, per mesi.

L’Ufficio Ambiente del Comune è stato informato e ha inviato una raccomanda­ta alla proprietà, intimando che qualora non provvedess­e alla pulizia, sarà il municipio a intervenir­e. Ma la situazione non è cambiata. Proba b ilmente servirà altro tempo e intanto la signora Margherita è costretta a convivere con puzza e degrado: «Spero che qualcuno si metta una mano sulla coscienza, andare avanti così è impossibil­e».

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In via Aretusa Il mare di rifiuti

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