Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Maniero? Aveva 400 miliardi»

L’ex braccio destro del Boss, di nuovo in cella per omicidio dice la sua sul tesoro nascosto: «Invece di risarcire le vittime, comprava Ferrari»

- A. Zo.

VENEZIA «Il tesoro di Maniero? Altro che 33 miliardi, per me ne aveva 400», lo sostiene Silvano Maritan (in foto), che di Felice Maniero è stato uno dei bracci destri, in una lettera mandata dal carcere al nostro giornale.

VENEZIA Altro che trentatrè miliardi di lire. «Per me ne aveva 400», scrive Silvano Maritan, che di Felice Maniero è stato uno dei bracci destri nella mala del Brenta, ma che ora lo odia e, se potesse, lo ammazzereb­be con le sue stesse mani. La condanna di Riccardo Di Cicco, il cognato che era stato da lui incaricato di riciclare una parte dei suoi soldi, e poi la testimonia­nza dell’ex boss al processo contro Michele Brotini, negli ultimi mesi hanno riaperto il dibattito su quei 33 miliardi di lire che Maniero, secondo la sua stessa testimonia­nza, individua come il suo «tesoro».

Ma Maritan non ci crede e lo scrive in una delle sue lettere dal carcere, dove – dopo aver trascorso quasi metà dei suoi 71 anni – è tornato di nuovo per un omicidio passionale («mi sono solo difeso», dice lui). «Egregio direttore e cronista del Corriere, sono Silvano Maritan, mio malgrado noto alle cronache», si presenta il bandito, che ha avuto guai con la giustizia soprattutt­o per spaccio. E dopo un lungo preambolo in cui attacca vari magistrati, da Di Pietro a Ingroia fino a Carlo Nordio, nel mirino finiscono Maniero e la procura di Venezia che «si è compromess­a con le sue plateali confession­i». Non solo quelle recenti sul «tesoro», ovviamente. «Il genio del male, assassino di profession­e, fece condannare me a 28 anni in primo grado», si infuria Maritan, riferendos­i al processo Rialto sulla mala di un decennio fa. «Per le stesse accuse che oggi rivolge ai suoi famigliari (in primis a Di Cicco, ex marito di sua sorella Noretta Maniero, ndr), al processo Rialto io protestavo la mia innocenza e dichiaravo, per avere avuto informazio­ni da Mario Artuso, che chi teneva i miliardi erano i suoi famigliari», scrive il bandito, riferendos­i a uno degli uomini del boss. «L’allora presidente mi zittì: “Lei accusa una povera vecchietta”».

Maritan si tira fuori anche dall’omicidio dei Rizzi, Massimo e Maurizio, la cui storia è tornata alla ribalta nei giorni scorsi, quando uno degli altri fratelli, Andrea, è morto annegato in canale per un incidente. Uccisi e seppelliti nel 1990, furono trovati grazie a Maniero solo nel 1995. «Mi fece condannare nonostante provai che non mi trovavo nemmeno in Italia - continua la lettera - ma è noto che Maniero è l’oracolo per i giudici». «L’assassino Maniero - ribadisce - che non ha potuto uccidere con l’arma, ha usato la penna dei giudici, loro malgrado diventati assassini senza sparare». Maritan ricorda poi che all’epoca del pentimento Maniero aveva promesso che avrebbe versato un miliardo alla famiglia di Cristina Pavesi, la giovane studentess­a di Conegliano morta nell’assalto a un vagone postale a colpi di tritolo: un caso, visto che lei era su un altro treno che, fatalità, passò proprio nel momento dell’esplosione. «Poi dichiarò di non avere una lira, mentre oggi si sa che oltre ai 33 miliardi, ne ha spesi per bella vita e imprese fallite altri 50 - scrive l’ex boss sandonates­e - Maniero usò quel miliardo promesso, che per lui erano 100 lire, e questo dimostra di che pasta è fatto e quanto prova rimorso. Al posto del miliardo acquistava Ferrari, Porsche e Bentley».

La rabbia di Maritan è tanta. «Io ho scontato interament­e e innocentem­ente le condanne - scrive - perché Maniero passa indenne?». E conclude la lettera al Corriere del Veneto citando un’intervista all’ex pm Francesco Saverio Pavone, che gli aveva chiesto che cosa avrebbe voluto fare se non avesse fatto il delinquent­e. «La risposta di Maniero fu “il magistrato” - sottolinea amaro Maritan - ecco, il conto torna».

La mia verità «Egregio direttore, egregio cronista: sono Silvano Maritan, mio malgrado conosciuto alle cronache...» Inizia così la missiva al Corriere del Veneto

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 ??  ?? Ex Silvano della Mala Maritan, 71 anni, quasi metà trascorsi in cella, è stato uno dei bracci destri di Felice Maniero nella mala del Brenta
Ex Silvano della Mala Maritan, 71 anni, quasi metà trascorsi in cella, è stato uno dei bracci destri di Felice Maniero nella mala del Brenta
 ??  ?? Carta e penna La lettera con relativa busta che è stata spedita al Corriere del Veneto da Silvano Maritan, che si trova in carcere
Carta e penna La lettera con relativa busta che è stata spedita al Corriere del Veneto da Silvano Maritan, che si trova in carcere

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