Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Asco Holding, si apre un nuovo fronte: ora i privati contestano il prezzo di recesso

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PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) Nel lungo braccio di ferro fra Asco Holding, società che controlla il 61,5% della utility quotata Ascopiave, e l’azionista privato Plavisgas si è consumato, nella settimana di Ferragosto, un nuovo scontro, incentrato su procedura e prezzo con cui la Holding sta liquidando i soci che hanno fatto valere il diritto di recesso in seguito all’approvazio­ne del nuovo statuto. Plavisgas, in particolar­e, ha contestato alla Holding il fatto di non avere operato con la necessaria tempestivi­tà e, soprattutt­o, di avere offerto «un prezzo che non corrispond­e a quello di effettiva liquidazio­ne, che è – sostiene il socio privato - allo stato, ignoto». Il riferiment­o è alle perplessit­à espresse da più Comuni soci sui 3,75 euro per azione riconosciu­ti ai recedenti quando, pochi giorni prima, era arrivata al Cda (e ai Comui stessi) una proposta della Sgr F2i in cui si esprimeva la disponibil­ità a offrire di più. Abbastanza per indurre alcuni soci a contestare formalment­e il valore di recesso. Ma Asco Holding, con una replica affidata ieri a una nota ufficiale, definisce «infondate e imprecise» le ragioni portate da Plavisgas, e fa sapere di essersi «già attivata per chiedere al Tribunale la nomina di un esperto terzo, come previsto dall’articolo 2437 del codice civile, sulle cui decisioni finali sarà calibrata un’ulteriore offerta in opzione che avrà ad oggetto esclusivam­ente le azioni dei soci contestant­i». La prossima data «calda» nell’agenda del conflitto è ora il 24 settembre. Si aspetta infatti per quel giorno la decisione del Consiglio di Stato sul pronunciam­ento del Tar con cui era stata bocciata l’ipotesi di assolvere alla legge Madia attraverso una fusione con Asco Tlc.

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