Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tomovic, il «salvavita» è un difensore Sorrentino svenuto lo ha rianimato lui

Polemica intanto sulla curva chiusa contro la Juve: «Un errore» dice la Figc

- di Alessio Corazza

VERONA La prima di Cristiano Ronaldo sabato al Bentegodi contro il Chievo ha lasciato due capitoli aperti: uno riguarda l’infortunio del portiere Stefano Sorrentino, scontratos­i proprio con CR7; l’altro, il caso del settore tradiziona­lmente riservato alla frangia più calda del tifo dell’Hellas rimasto vuoto, un pugno nell’occhio in uno stadio altrimenti stracolmo.

Al ‘41 della ripresa, Mandzukic segna il gol del teorico 3-2 dopo che Ronaldo ha travolto Sorrentino, che cade a terra privo di sensi. In quei momenti concitati, è decisiva la prontezza di riflessi del difensore serbo del Chievo Nenad Tomovic, che si accorge che Sorrentino non respira e rischia di soffocare: lo gira così su un fianco, in posizione di sicurezza, gli infila una mano in bocca e libera la lingua che ostruiva la trachea. È così che Sorrentino riprende conoscenza. Attorno a lui, i bianconeri esultano per il gol, poi annullato dal Var. Una scena che ha scatenato la reazione, domenica, della moglie di Sorrentino, Sara Ruggeri, che in un post su Instagram si è scagliata contro chi «esulta, peggio ancora osserva e se ne va». Scuse, su Twitter, sono arrivate da Paulo Dybala: «Non mi sono reso conto nel momento. Ho sbagliato». Il caso è stato poi chiuso dallo stesso Sorrentino, che ha passato una notte di osservazio­ne in ospedale. Prima ci ha scherzato su: «Abbiamo sfiorato l’impresa: mentre CR7 mi ha preso in pieno», con tanto di faccine sorridenti. Poi ha rivelato di aver ricevuto gli auguri di pronta guarigione dallo stesso Ronaldo: «Grazie leggenda», ha chiosato il portiere del Chievo.

Tornando alla gara, quel rettangolo vuoto di spettatori in Curva Sud ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. Di certo, non è stato un bel vedere nella cornice di un evento che, per un giorno, ha mostrato lo stadio di Verona a milioni di persone in tutto il mondo. C’è chi ha parlato di una decisione di Comune e Prefettura presa per non irritare i tifosi dell’Hellas Verona. «È sbagliato - ha commentato il commissari­o straordina­rio della Figc Roberto Fabbricini alla trasmissio­ne Radio Anch’Io -. Abbiamo altre squadre che dividono lo stadio a domeniche alterne e penso che sia assurdo pensare di dare delle imposizion­i alle tifoserie dell’altra parte. È cattivo gusto». Il Comune di Verona in realtà non c’entra: la decisione è della questura, di concerto con la prefettura. È la stessa intesa raggiunta nel 2015 dal Chievo con la prefettura per il trasloco dei propri tifosi in Curva Nord, dopo trent’anni di convivenza forzata in Sud con i cugini dell’Hellas, a stabilire che ai tifosi ospiti sarebbe stata riservata la sola curva Sud Superiore, e non quella Inferiore (il settore vuoto sabato), anche «per rispetto verso la tifoseria del Verona», come aveva spiegato all’epoca il direttore generale del Chievo Luca Faccioli. Per massimizza­re l’effetto Ronaldo e a fronte di richieste di biglietti molto superiori all’offerta, il Chievo ha provato a chiedere l’apertura in deroga del settore, ma non è stato concesso per ragioni di ordine pubblico. La controprop­osta della questura - una inversione delle curve, con i tifosi locali dirottati in Sud e gli juventini nella Nord, già attrezzata per l’afflusso, l’accoglienz­a e il deflusso dei tifosi ospiti - è stata rifiutata dal Chievo «per una questione di rispetto e di dignità dei nostri tifosi», fanno sapere dal club.

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