Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Campo Marzo, presidio fisso: prime multe
Due tunisini beccati a bivaccare, uno fa resistenza. Cioni: si apra un Cie in Veneto
VICENZA Il presidio fisso di polizia locale in Campo Marzo entra in attività: arrivano i primi interventi, tra denunce e sanzioni.
Ieri mattina i vigili in servizio nell’area «calda» della città, il parco di fronte alla stazione ferroviaria, sono entrati in azione alle 8.20. Nel corso dei controlli hanno sanzionato per bivacco due cittadini tunisini. I due uomini bivaccavano infatti sotto un albero. Quando gli agenti hanno chiesto le generalità, uno dei due – un trentenne - ha dato dapprima un nome molto probabilmente falso, poi si è girato ed è scappato via. I vigili lo hanno rincorso e fermato in contra’ Mure Pallamaio, dentro a un giardino privato dove l’uomo si era introdotto. Il tunisino ha reagito con spinte e calci agli agenti che hanno provato a bloccarlo e che sono arrivati ad ammanettarlo per portarlo al comando di polizia locale. Identificato, è emerso che aveva molti precedenti. È stato sanzionato con 50 euro – la multa prevista dal regolamento di polizia urbana per chi bivacca nei parchi - e denunciato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. La multa è stata staccata anche per l’altro straniero.
Sulla questione Campo Marzo interviene intanto Alex Cioni, del comitato Prima Noi. Cioni plaude al «presidio fisso di polizia locale. I militari di Strade Sicure e i blitz della questura – dice – sono tutte azioni meritorie». Per il portavoce del comitato però servono anche interventi più incisivi, «solo l’accompagnamento coatto dei migranti nei Cie (centri identificazione ed espulsione) può contribuire sostanzialmente in modo positivo allo stato attuale di empasse in cui si trovano le forze di polizia, i sindaci e i cittadini». Cioni invita il sindaco Francesco Rucco a mobilitarsi per aprire un Cie in Veneto: «Sarebbe cosa utile che il sindaco valutasse l’opportunità di aprire un tavolo di confronto con i suoi colleghi in Provincia e in Regione – dichiara - al fine di individuare un’area adeguata da adibire a Centro di Identificazione ed Espulsione, per poi sottoporla al dicastero competente, vale a dire al Ministero dell’Interno».