Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Il ponte fatto saltare» Sull’idea del consulente gli ingegneri si dividono
PADOVA Sa bene che la sua ipotesi, quella cioè che il ponte Morandi di Genova sia stato fatto crollare con microcariche, abbia provocato choc e scetticismo. Ma il professor Enzo Siviero, ingegnere e architetto padovano, conosciuto come il «Bridgeman», l’uomo del ponte perchè tra i massimi esperti al mondo, non indietreggia di un passo. E tra i suoi colleghi c’è chi, pur riconoscendo l’autorevolezza della fonte, si dice perplesso e si discosta. Chi invece ritiene plausibile l’idea, tanto da invitare le autorità a indagare in quella direzione. Ma il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, lo ha già escluso: «Sulla base degli elementi noti e conosciuti non ci sono evidenze di esplosioni... Valutiamo tutto ma non le ipotesi deliranti e fantasiose» le sue parole.
«Ho creato scompiglio» racconta Siviero precisando che si tratta di un’«ipotesi di lavoro personale». Spea Engineering Spa, società del gruppo Autostrade per l’Italia, lo ha diffidato a rilasciare dichiarazioni per conto dell’azienda. «Il lavoro di consulenza che mi ha affidato è quasi concluso, se vorrà confermarmelo o se sarà diversamente, io sono comunquesereno – prosegue il 73enne, già docente allo Iuav - Sto lavorando all’ipotesi attentato e se avrò gli elementi che penso pubblicherò il mio studio, lo porterò a convegni, e se la procura lo vorrà sarà a disposizione. Nel frattempo mi hanno contattato dei colleghi che ritengono plausibile la mia idea». Tra questi Luigi Bosco, già presidente dell’ordine degli ingegneri di Catania. «Ho ipotizzato fin da subito la rottura dei tiranti per effetto di una bolla d’aria all’interno del tirante di calcestruzzo che ha corroso i cavi ma è anche vero che lo stesso effetto lo può causare anche un sabotaggio - dichiara - : il meccanismo è compatibile, per questo non mi sento di escludere a priori l’ipotesi di Siviero, è una direzione su cui bisogna indagare. Un’ipotesi, tra l’altro, avvalorata dai flash che si vedono nei filmati».
Si dice invece «perplesso» l’ingegnere vicentino Giorgio Giacomin, membro del Comitato ponti stradali dell’Aipcr World Road Association con sede a Parigi. «Ci vogliono riscontri oggettivi, per capire le cause si deve indagare sugli elementi crollati» spiega. Detto che gli specialisti veneti andati a prestare soccorso a Genova non avrebbero trovato segni di bruciature compatibili con l’esplosione. «E poi continua Giacomin - se doveva essere un’azione dimostrativa non c’è stata ad oggi rivendicazione». Scettico anche il professore Carmelo Maiorana, ordinario di Scienza delle costruzioni all’Università di Padova: «Tutte le ipotesi vanno corroborate da un minimo di fatti e da un disegno meccanico strutturale coerente. Personalmente - riporta - non condivido l’ipotesi attentato».
” Siviero Ho creato scompiglio ma per dei colleghi la mia ipotesi è plausibile