Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Finco: «Governo senza politica industriale No alla piazza, ma il voto è negativo»
Il leader di Assindustria: «Non dobbiamo perdere le aziende: Di Maio venga ad ascoltarci»
CHIOGGIA (VENEZIA) «Più che ad andare in piazza mi preoccuperei che le aziende non vadano altrove». È al porto di Chioggia, Massimo Finco, presidente di Assindustria Veneto Centro, sotto le jumbo-gru portuali che la Bedeschi di Padova è pronta a spedire a Cipro. Commessa da quasi 20 milioni, con cui ha battuto la concorrenza cinese, tra l’altro rilanciando la storica Magrini Galileo. Globalizzazione, proiezione internazionale, competitività: nelle due gru ci sono tutti questi ingredienti. L’assist per parlare del disagio delle imprese verso il governo LegaCinque Stelle, tra decreti Dignità e redditi di cittadinanza, è a porta vuota. Dopo gli affondi dei leader nazionale e regionale di Confindustria, Vincenzo Boccia e Matteo Zoppas, che hanno evocato la piazza, Finco aveva evitato di esprimersi, pur se era parso chiaro che la prospettiva lasciasse tiepidi dalle parti di Treviso e Padova.
Il presidente della Regione, Luca Zaia, invita a sospendere ancora il giudizio: «Boccia ha sottolineato le dichiarazioni di Matteo Salvini sull’attenzione per le imprese tra Finanziaria e legge di stabilità. I governi vanno valutati sui fatti: direi di attendere». Pur se la critica non manca alla stilettata dei Cinque Stelle a Zoppas sulle concessioni delle acque minerali, che vengono proprio dalla Regione: «Quell’attacco se lo potevano anche risparmiare - dice Zaia -. Bisogna esser lucidi a valutar le cose».
Ma Finco non si tira indietro: «Qui rappresento l’orgoglio e la capacità di 3.300 imprese, di un territorio che ha ancora grandi capacità di progettare e produrre. Bedeschi ha battuto la concorrenza cinese, è competitivo con coraggio e capacità imprenditoriale. Ma Decreto dignità e reddito di cittadinanza come lo aiutano ad esserlo? Altro che ‘prenditori’: ci diano una politica industriale che ci aiuti ad essere competitivi. E poi, questo sì, tallonino le imprese sul creare valore, sull’investire in ricerca e sviluppo, sul coinvolgere personale e filiere di fornitori».
Se questa è la prospettiva, qual è il voto al governo? «Non prendo posizione per questo o quel partito - mette le mani avanti Finco -. Ma se valuto i fatti non vedo argomenti sul tavolo. C’è una politica industriale? Parlano di come le imprese possono essere più competitive? No, il voto non può che essere negativo». Finco però scarta la piazza, nonostante la tradizione movimentista sia tutt’altro che estranea: «Andarci è cosa superata. Con imprese internazionalizzate, con sedi in tutto il mondo, il problema non è andare in piazza, ma che le aziende non vadano altrove. Distruggere il tessuto economico in questo contesto è dannosissimo: lo devono capire. Non vogliamo andar via, ma abbiamo bisogno di territori che ci stiano vicini».
E senza la piazza come farsi sentire? «Abbiamo un sistema associativo». E Boccia lo ha fatto poco? «Il presidente lo deve fare a livello nazionale - dice Finco -. Ma noi abbiamo messo insieme Padova e Treviso e parlato di un triangolo con Milano e Bologna per sollevare in maniera più netta alcuni temi dell’industria del nord». Ci sarà un’iniziativa del triangolo del Nord verso il governo? Assindustria Veneto inviterà il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio a Nordest? «Certo, io lo invito - chiude il leader di Assindustria -. Se vuole capire come funzionano le cose e ascoltarci lo aspettiamo».
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Il problema è non far fuggire le imprese altrove: lo devono capire