Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Femminicidi, doppio dramma in poche ore
Lonigo, uccide l’ex moglie, fugge sull’A4 e si spara. Pianezze, il giallo della coppia trovata impiccata in casa
Il giorno nero dei femminicidi. Due casi accaduti nel giro di poche ore nel Vicentino. A Lonigo Zoran Lukijanovic ha ucciso l’ex moglie Tanja Dugalic a colpi di pistola ed è fuggito lungo l’A4. Prima di suicidarsi in un’area di servizio ha chiamato la suocera: «Ho ucciso tua figlia». La notte prima a Pianezze una coppia, Valter Magrin e Paola Bosa, è stata trovata impiccata in casa. Secondo gli investigatori, l’uomo potrebbe aver ucciso la moglie, simulandone il suicidio, e poi si sarebbe tolto la vita.
LONIGO (VICENZA) Tutto in otto secondi. Possono bastare per tentare di sfuggire al proprio assassino e un attimo dopo ritrovarselo davanti con la pistola in pugno, mentre preme il grilletto.
Ieri, alle 7.45 del mattino tre colpi d’arma hanno squarciato il silenzio che ancora avvolgeva la zona industriale di Lonigo, in provincia di Vicenza. Un camionista di 41 anni, Zoran Lukijanovic - di origini serbe ma con cittadinanza italiana ha ucciso l’ex moglie che l’aveva lasciato. Poi il killer ha intrapreso una fuga di 70 chilometri finita con il suicidio, in un’area di servizio lungo la A4, nel Veneziano.
La donna si chiamava Tanja Dugalic, faceva l’operaia in una ditta che produce stufe e aveva 33 anni. Anche lei era nata in Serbia ma viveva da molti anni a Orgiano, a 15 minuti d’auto dal luogo in cui è stata ammazzata. Tra loro le cose andavano male da molto tempo e lei l’aveva denunciato per maltrattamenti: a febbraio il marito l’aveva massacrata di botte, rompendole il naso. Arrestato, aveva poi ottenuto i domiciliari e gli era stato notificato il divieto di avvicinarsi alla donna. A giugno si erano separati ma lui non aveva mai smesso di perseguitarla. «Uno di noi deve morire», le diceva al telefono. A luglio aveva ricominciato a tempestarla di messaggi: «Se non torniamo assieme, ti ammazzo e mi ammazzo». Quanto basta per spingere la procura a chiedere il trasferimento in carcere dello stalker. Una misura però mai eseguita, visto che Zoran un mese e mezzo fa è evaso dai domiciliari, scomparendo nel nulla. Forse, prima di raggiungere la Serbia, ha girovagato per l’Italia, dormendo nella sua auto all’interno della quale aveva allestito una sorta di altare con le foto della moglie e della figlioletta. Immagini di una famiglia che, nella sua testa, era stata felice e che ora gli veniva negata. Per questo, ha deciso di vendicarsi: la notte scorsa è rientrato in Italia dai Balcani.
Ieri mattina Tanja ha salutato la figlioletta di sei anni e la madre, che da un paio di settimane l’aveva raggiunta a Orgiano per starle vicina. Poi è uscita di casa per andare al laza voro. L’ex marito le ha teso un’imboscata a poca distanza dall’azienda. Probabilmente le ha puntato contro la pistola per costringerla a lasciarlo salire sulla sua utilitaria azzurra. Da lì hanno raggiunto una via che si infila tra gli stabilimenti della zona industriale.
Le telecamere di sorveglian- di un capannone trasformato in circolo culturale dalla comunità sikh della zona, hanno ripreso quei terribili otto secondi. Le immagini mostrano l’auto accostare, e uno sportello aprirsi. Forse lui le ha già sparato un primo colpo. Di certo, è il disperato tentativo della donna di mettersi in salvo. Un istante dopo anche lo sportello del passeggero si spalanca: nelle registrazioni resta impressa la sagoma dell’uomo scattare all’esterno, girare intorno alla vettura e raggiungere Tanja prima ancora che riesca a uscire. È in quel momento che Zoran Lukijanovic le uccide. Poi, con ancora la pistola in pugno, si allontana a piedi per raggiungere la propria automobile.
Mentre i carabinieri davano inizio a una gigantesca caccia all’uomo, l’assassino si è prima diretto a Orgiano, probabilmente in un tentativo - fortunatamente andato a vuoto di salutare la figlioletta. Infine ha imboccato l’ autostrada in direzione di Venezia. Pare abbia fatto due telefonate. Secondo Mira, una zia di Tanja, la prima avrebbe raggiunto la suocera,, solo per annunciarle: «Ho ucciso tua figlia». La seconda, a un amico: «Ho fatto un casino, scappo al Brennero». Forse un goffo tentativo di depistare le ricerche. La folle fuga di Zoran è finita nell’area di servizio di Arino, nel tratto Veneziano dell’A4. Ha scorto una pattuglia della polstrada e, per tenere gli agenti alla larga, ha sparato in aria. Poi, Zoran Lukijanovic ha messo in bocca la canna di quella stessa semiautomatica che qualche ora prima aveva usato per uccidere la moglie, e ha premuto il grilletto. È stato dichiarato clinicamente morto nel pomeriggio all’ospedale di Padova.