Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Lega, conto svuotato: eventi fai da te
Da Re: «Molti vogliono aiutarci, diciamo no». Ma Rotta del Pd attacca: «Fuori i soldi dei cittadini»
VENEZIA Fari puntati sui soldi del Carroccio, dopo la conferma dei giudici al congelamento dei fondi. Il conto corrente della Liga Veneta, che non risulta sotto sequestro, è vuoto e non sarà rimpinguato. Congelati i versamenti mensili dei parlamentari e dei consiglieri regionali, così come i tesseramenti. Intanto le sezioni pagano di volta in volta i singoli eventi recuperando ciò che serve dai militanti.
VENEZIA Raccontano i colonnelli della Lega che in queste ore non si contano gli sms, le e-mail, i messaggi WhatsApp e Messenger di militanti ed elettori che «nel nome della libertà» si dicono pronti a dare il loro contributo per raggiungere la cifra monstre di 49 milioni di euro e tacitare così le pretese dei magistrati di Genova. «Ma l’indicazione che ho ricevuto è chiara - spiega il segretario nathional Gianantonio Da Re - non va avviata alcuna raccolta fondi, non si deve chiedere un obolo. Alle toghe rosse non deve andare neppure un centesimo». Fermi tutti, dunque, con tanti ringraziamenti agli slanci di generosità che pure non sarebbero mancati da parte di alcuni imprenditori rimasti però segretissimi.
Il conto corrente della Liga Veneta, che non risulta sotto sequestro, è vuoto da tempo e non sarà rimpinguato. Sono state congelate le «liberalità» mensili dei 32 parlamentari (3 mila euro destinati alla tesoreria federale, mille euro per quella regionale) e quelle dei 23 consiglieri regionali (1.200 euro per la tesoreria regionale, gestita dal commercialista vicentino Gianfranco Vivian), così come i tesseramenti, dal momento che pure i 10 euro eventualmente sborsati dal sostenitore di turno potrebbero essere aggrediti dalla procura ligure. Come si finanzia il partito in questa fase? Semplice, le sezioni pagano di volta in volta l’allestimento del singolo evento, sia esso un comizio, una festa o una cena, calcolando tot uscite e recuperando tra i militanti tot entrate; alla fine della conta, il saldo deve recitare zero-virgola-zero.
«Noi segretari regionali attendiamo la convocazione da parte di Salvini, che dovrebbe arrivare da un momento all’altro - spiega Da Re - perché è chiaro che questa storia sul piano organizzativo sta creando dei problemi. Ma teniamo botta e tiriamo dritti perché è evidente l’intenzione politica delle toghe, che vogliono metterci fuori gioco ora che siamo al governo e siamo per i sondaggi il primo partito italiano. Un motivo in più per rifondare la magistratura dalle basi». Da Re nega invece che al momento si ragioni sulla creazione di un nuovo soggetto, men che meno depurato della storica intestazione: «Lega».
Come il segretario, tutta la dirigenza si schiera contro la richiesta dei pm e la decisione del tribunale del riesame: «Tifo perché resti sempre il nome Lega, ma sono vicende delicate e molto complicate che hanno dei profili giuridici da esaminare - dice il governatore Luca Zaia, dando la massima solidarietà a Salvini indagato dalla procura di Palermo - La sentenza tenta di cancellare un partito. Ma non ce la faranno. Oggi noi difendiamo non solo la vita della Lega ma la democrazia da un evento di estrema gravità». L’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato si domanda retorico: «Per quale ragione si è applicata questa interpretazione estensiva che finisce per punire la nuova dirigenza anche se i reati sono stati commessi dalla vecchia e il nuovo segretario anche se all’epoca era solo un militante, bloccando non solo i soldi contestati ma tutti quelli a disposizione del partito?». La pensa allo stesso modo il sottosegretario al Bilancio (e presidente della Liga Veneta) Massimo Bitonci, che dice di auspicare «un ripensamento da parte dei magistrati» anche alla luce del fatto che «il loro verdetto sta paralizzando l’attività del partito non soltanto a livello nazionale ma pure nei territori, dove molti Comuni sono amministrati dalla Lega».
Alessia Rotta, vicecapogruppo del Pd alla Camera, ribatte: «La Lega è passata da rappresentarsi come giustiziera delle illegalità a garante dell’illegalità nel tempo di una sentenza. Ci sono 49 milioni sottratti ai cittadini italiani e investiti in lingotti e diamanti, Da Re dovrebbe sapere che di fronte a “a una società che chiude” e cerca di scappare con la cassa non si può invocare null’altro se non che sia fatta giustizia».