Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mondiali 2020, il Veneto non molla: martedì a Roma summit tra Zaia e Giorgetti
VICENZA I canali ancora attivi, una «missione romana» per il presidente della Regione Luca Zaia e la pressione costante. Dopo che l’Uci sembra essersi indirizzata verso la Svizzera la strada per portare il Mondiale di ciclismo 2020 a Vicenza è tutta in salita, ma le gambe girano e, anzi, si muoveranno ancora di più.
Lo promette in primis il governatore del Veneto: «Non conosco a fondo la vicenda — dichiara Zaia — ma posso dire che martedì sarò a Roma dove incontrerò Giancarlo Giorgetti (il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, ndr)e nell’occasione parleremo anche della questione dei Mondiali di Vicenza». A quanto pare l’ostacolo principale per assegnare in via definitiva l’evento a Vicenza e al progetto «Vicenza-Veneto 2020» promosso dal comitato presieduto da Claudio Pasqualin è di ordine economico: un anno fa l’Unione ciclistica internazionale, in sede di pre-assegnazione, aveva chiesto una fidejussione alle istituzioni pubbliche italiane per circa sette milioni di euro, a copertura di circa metà dei costi della kermesse. Sul piatto, all’ennesima scadenza del 31 agosto scorso, ci sarebbero «solo» i 3,5 milioni garantiti dal Governo, che avrebbe pure chiesto la compartecipazione degli enti locali.
Di qui lo stallo, che ha portato alla svolta della stessa Uci che ora guarda alla Svizzera per l’assegnazione della rassegna iridata. La realtà elvetica oggi è in pole position per organizzare l’evento (una settimana intera di manifestazioni e gare ciclistiche) ma le speranze vicentine non si spengono. Anche perché la decisione finale arriverà solo il 25 settembre in occasione dell’appuntamento iridato a Innsbruck. Per questo, mentre dal comitato promotore si mantiene la linea del silenzio, dal Comune di Vicenza arrivano parole di apertura. «Non è detta l’ultima parola — dichiara l’assessore allo Sport, Matteo Celebron — teniamo attivi i canali con Regione e Governo e non intendiamo arrenderci. La presenza di un competitor forte come la Svizzera rappresenta una salita non facile prima del traguardo, ma non renderemmo onore ai ciclisti se ci arrendessimo adesso. Lo dobbiamo al comitato promotore e alla città, dove la passione per le due ruote ha radici profonde».