Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Autonomia, scontro Lega-5 Stelle
Il ministro Stefani zittisce il sottosegretario M5S. « Non ha visto le carte. Presto le 23 materie»
VICENZA «Quella del sottosegretario Stefano Buffagni era una considerazione personale. Tanto più che non credo abbia visto l’ultimo elaborato che oggi ho preparato sull’autonomia». Il ministro Erika Stefani zittisce l’esponente di governo pentastellato e conferma: «Autonomia veneta con 23 materie, non una di meno». Anche Luca Zaia attacca Buffagni. Mentre il leader veneto 5 Stelle, Jacopo Berti: «Il Veneto chiede troppo».
Tempi GAMBELLARA (VICENZA) brevi, anzi «brevissimi», per l’arrivo in consiglio dei ministri dell’autonomia veneta «con 23 materie, non una di meno». Lo scandisce il ministro agli Affari Regionali e alle Autonomie Erika Stefani che trattiene a stento l’irritazione per l’uscita di giovedì del suo sottosegretario, il pentastellato lombardo Stefano Buffagni sulle «richieste irragionevoli del governatore Luca Zaia». L’occasione, ieri, è stata l’inaugurazione a Gambellara, nel Vicentino, del nuovo polo logistico industriale «Area Margraf» che rilancia l’ex Perlini.
Ministro, Buffagni ha definito «impensabile» la richiesta veneta su 23 materie al capitolo autonomia, sembra averla smentita platealmente...
«Impensabile? Non credo proprio. Tanto più che il sottosegretario Buffagni all’autonomia crede e tra l’altro conosce benissimo l’articolo della carta costituzionale sull’autonomia, un articolo che non distingue il numero delle materie. Insomma,23 materie sono previste e si possono chiedere, quindi non c’è nessun problema».
Il suo sottosegretario ha ribadito il no all’autonomia «spinta» del Veneto.
«Immagino siano state travisate le sue dichiarazioni, probabilmente era solo una considerazione personale. Tanto più che non credo abbia visto l’ultimo elaborato che oggi ho preparato in tema di intesa sull’autonomia».
I documenti Buffagni non ha visto l’ultima versione della proposta di autonomia per il Veneto, in ogni caso credo sia stato travisato
Buffagni fa l’esempio delle competenze in materia di reti energetiche.
«Per me invece è possibilissimo sia una delle materie incluse, anzi questa è una delle richieste che farò, sono certa he anche il carissimo sottosegretario lo comprenderà molto bene».
I tavoli coi ministeri Il percorso veneto è a buon punto, abbiamo iniziato a lavorarci subito con tavoli trilatelari che includevano tutti i ministeri coinvolti
Un altro punto al centro della querelle è il percorso da seguire, legge delega sì, legge delega no.
«Ci sono varie teorie, di certo posso dire che io ho fatto una proposta precisa e arriverà a brevissimo in consiglio dei ministri».
Le risorse
Sulle modalità percorribili per il capitolo delle risorse si parte dalla spesa storica ma con l’obiettivo di arrivare ai costi standard
Ci aiuti a capire, al capitolo «risorse» si partirà o no dalla spesa storica?
«Sì, si partirà dalla spesa storica ma l’obiettivo è arrivare ai costi standard».
La fibrillazione dei giorni scorsi sull’autonomia del Veneto è fondata?
«Partiamo dai dati di fatto: l’autonomia della nostra regione è nel contratto di governo e di certo la mia nomina testimonia l’impronta decisa di questo governo. Per dirla, affidare il ministero degli Affari regionali e Autonomie, ovvero la controparte delle Regioni a una leghista veneta parla da sé. Penso che un segnale più chiaro di così non si sarebbe potuto dare».
In buona sostanza, a che punto siamo?
«Fin dal mio insediamento si è iniziato a lavorare sulle richieste di autonomia, un lavoro in particolare sul Veneto molto approfondito. Anzi, un lavoraccio, materia per materia con tavoli trilaterali con gli altri ministeri, un lavoro continuato anche in agosto. Ora siamo decisamente a buon punto».
Tempi?
«Il sogno, da veneta, è di dare un segnale deciso prima del 22 ottobre, a un anno dal referendum. Detto questo, i meccanismi ministeriali sono borbonici, segnati da una lentezza esasperante. È un lavoraccio, dicevo, ma la strada resta porsi un obiettivo e imporsi di raggiungerlo. Certo, serve coraggio».
Mario Draghi ha fatto presente che alcune dichiarazioni del governo danneggerebbero gli italiani, cosa ne pensa?
«Sono solo sue considerazioni. Sono certa che questo governo saprà fare tantissimo. Poi, però, mi scusi, pare che in un solo mese si debba cambiare la storia d’Italia. Abbiamo iniziato in una situazione tale per cui l’espressione corretta non è governare bensì salvare il Paese. Primum vivere, deinde philosophari. I fatti ci daranno ragione quando avremo dimostrato ciò che sappiamo fare».
Lei è molto presente, anche da ministro, sul territorio, oggi rinasce un’area industriale immensa.
«Gli imprenditori possiamo chiamarli eroi. Io stessa sono figlia di uno di loro e so cosa significa. A Silvio Xompero della Margraf e agli altri come lui porto il grazie del governo. Silvio ha tutte le caratteristiche dell’imprenditore veneto: innamorato dell’azienda come fosse una donna».