Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Poliziotto arrestato per spaccio È stato sospeso dal servizio
Già condannato per un’altra vicenda. Il questore: Presi tutti i provvedimenti
VICENZA Una volta arrestava gli spacciatori, ora è accusato lui stesso di aver venduto cocaina. Un agente della polizia di Stato in forza alla questura di Vicenza, Marco Barra di 43 anni, è agli arresti domiciliari a Cornedo da qualche giorno per gli sviluppi di un’indagine sullo smercio di droga nella vallata dell’Agno condotta dai carabinieri di Valdagno. Il poliziotto è stato sospeso dal servizio, anche la sua postazione alla centrale operativa del 113 è stata perquisita (senza che fosse trovato nulla di anomalo). «È nostro interesse che la magistratura faccia gli accertamenti che ritiene e vengano chiarite eventuali responsabilità» dichiara il questore Giuseppe Petronzi.
Barra è difeso dall’avvocato Andrea Balbo, che al momento non ha rilasciato dichiarazioni. L’interrogatorio davanti al giudice si è già svolto, il poliziotto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 43enne era già finito sulle cronache giudiziarie in passato. Qualche anno fa era infatti stato accusato con alcuni colleghi di aver eseguito un arresto durante un’operazione antidroga in modo non corretto. All’inizio del 2016 era stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi di reclusione, contro la sentenza era ricorso in appello. Dopo quella vicenda in questura era stato spostato di ufficio, per l’appunto nella centrale operativa che risponde alle chiamate al numero di emergenza. Per motivi di salute, o comunque giustificati, in realtà nell’ultimo anno Barra risulta essere stato presente al lavoro circa 50 giorni in tutto.
Le accuse che gli sono mosse dalla procura, dal sostituto procuratore Alessia La Placa titolare dell’indagine, sono quelle di avere una doppia vita. I militari del maggiore Mauro Maronese sono arrivati a lui seguendo gli acquisti di alcuni consumatori della vallata. Imbattendosi nel poliziotto, oltre alla procura avevano informato la questura. I carabinieri allora hanno iniziato una serie di accertamenti: appostamenti e verifiche per cogliere il presunto spacciatore sul fatto. A un certo punto, ritenendo di avere sufficienti elementi, la procura ha chiesto e ottenuto l’arresto e la misura dei domiciliari. All’agente è stata ritirata la pistola d’ordinanza con le manette. «È nostro interesse – ribadisce Petronzi - che vengano chiarite le responsabilità su queste persone. Per quanto riguarda la polizia di Stato, abbiamo adottato tutti i provvedimenti del caso: la sospensione della persona e il ritiro delle credenziali».