Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Olimpiadi, caccia a cento milioni
Stop del governo ai fondi, la Lega veneta si appella a Salvini: «Manda i grillini a quel paese»
CORTINA D’AMPEZZO Mentre di Maio pronuncia un doppio no a fondi e garanzie politiche — schierando i Cinque stelle, fino a ieri tutt’altro che compatti, contro la candidatura lombardo veneta — i governatori ancora in corsa continuano a spingere sull’acceleratore. Ora il nodo è trovare i fondi e secondo i primi calcoli di manager ed esperti di settore il Veneto avrebbe bisogno di cento milioni per organizzare la sua parte. Ci pensa la Regione? Ci pensano i privati? La Lega veneta scommette ancora sul ripensamento del governo e invita Salvini a «mandare a quel paese i grillini» e stanziare i fondi: «Sarebbero un investimento, non un costo». Per ora quello del segretario Da Re è un appello, il rischio è che si trasformi in lite.
VENEZIA «Se ce l’avessi davanti, ora, gli direi: Matteo, manda i grillini a quel paese e fa questo sforzo. I soldi del governo ci servono». E Matteo? «Sono sicuro che lui capirebbe che questo non è un costo, ma un investimento». Fa risuonare il suo vocione da leader, Gianantonio Da Re, ma lo riveste di dolcezza quando parla di capitan Salvini. Già, perché scatta la caccia ai finanziamenti per la neo candidatura a due sui Giochi 2026, quella di Milano-Cortina che, spiazzata dai capricci di Torino, ora si trova a dover riconquistare daccapo gli eventuali supporter. Operazione non facile: oltre alle barricate M5S, c’è la Lega che rischia di spaccarsi. Lo testimonia la «crisi» di queste ore del sottosegretario Giancarlo Giorgetti: la borsa della spesa, senza Torino, resta chiusa. Niente 376,15 milioni destinati (solo) al tris originario, quello con i piemontesi. Fine. Ecco perché lo stesso presidente del Piemonte Sergio Chiamparino caldeggia un nuovo tavolo con Giorgetti per riprendere il discorso. Ma i leghisti veneti non restano a guardare e si attivano per il pressing su Roma per la candidatura a due.
«Sostenere le Olimpiadi a Cortina vuol dire salvare la biologia dello sport, significa dare con i fatti una mano alla nostra stupenda montagna» spiega Da Re, che balla con i toni e le parolacce, sua bandiera di libertà dopo anni di militanza. Cosa c’entri la biologia è sintetizzato in quattro punti: l’eco suggestivo dei Giochi del 1956, il sapore degli sport sulla neve in un paesaggio da sogno, la lotta contro lo spopolamento delle valli e l’orgoglio veneto. «Come si fa a non attivarsi per quello che può essere uno straordinario piano di rilancio, anche turistico, del Bellunese? spiega il segretario regionale della Lega, ricordando il suo passato nel ciclismo agonistico -. A Roma devono capire che questo è un investimento che resta sul territorio e nemmeno così gravoso. Le nuove strutture e l’eco dei Giochi sarebbero un volano per il turismo».
«Sono sicuro che arriveremo ad un dibattito sereno su questo - aggiunge il parlamentare bellunese Paolo Saviane (Lega) - ora è importante andare avanti con messaggi forti e unitari. Io mi attiverò in prima persona per avere un sostegno economico dal governo».
A fare un po’ di conti, in queste ore, mentre si aspetta un nuovo dossier MilanoCortina, tutti gli esperti: solo per lo stretto necessario, a Cortina, servirebbero 100 milioni.
«Il grosso della spesa è sulla ricostruzione della pista da Bob che non si usava da anni spiega il manager sportivo Andrea Vidotti -, un’opera da non meno di 20, 30 milioni. Per non parlare di tutte le infrastrutture e il settore ricettivo. La soluzione migliore? In attesa di quello che decide Roma, attivare anche i privati».
«La spesa per la pista da bob in effetti è quella più gravosa per quanto riguarda gli impianti - sottolinea il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina - anche se poi, con la novità del curling, c’è da sistemare anche tutta la questione dello stadio del ghiaccio. Da aggiungere il villaggio Olimpico, il centro stampa. I fondi? Noi stiamo facendo pressing su tutti i fronti e su tutti i parlamentari veneti: la battaglia deve essere trasversale, la squadra una sola». Uno spiraglio per coltivare la candidatura «di scorta» alle Olimpiadi viene confermata anche dal Coni, ma non senza aver prima «bacchettato» i politici. «È successo quello che è successo perché c’è di mezzo la politica a tutti i livelli, questo è poco ma sicuro. E la cosa pazzesca è che tutte queste discussioni, queste anomalie avvengono un anno prima del voto per l’aggiudicazione».
In coda, però, dopo l’ennesima lunga giornata di riunioni, arriva la bella notizia: «Gli uffici stanno già valutando e costruendo un nuovo dossier. Perché non sono figurine che si spostano nel giro di un secondo - spiega Malagò -. Logicamente verificando anche i numeri e i budget. I costi senza Torino? Euro più, euro meno, i valori sono uguali».
Ma anche gli sportivi si esprimono: mentre si discute ancora del recupero dell’ipotesi a tre (in serata, dopo il ping pong ChiamparinoGiorgetti, si è arrivati alla decisione di convocare un nuovo tavolo), c’è chi si fa avanti come testimonial del lombardo-veneto: «L’opzione Milano-Cortina avrebbe un grande successo - interviene lo zar del ghiaccio Evgeni Plushenko, alla vigilia dello spettacolo «Opera on ice» a Marostica -. L’Italia merita un’altra Olimpiade. I miei primi giochi a Torino furono molto belli, se ci fosse un’opportunità per l’Italia di organizzare un’altra Olimpiade invernale riuscirebbe al cento per cento. Lo auguro di cuore a questo Paese».
” Da Re Matteo, fa questo sforzo e manda i grillini a quel paese: serve investire sul territorio ” Ghedina Teniamo un dialogo con i parlamentari veneti di tutti i partiti perché dobbiamo essere uniti