Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pugni, calci e minacce alla compagna

Dopo anni di soprusi una vicentina ha detto basta. È intervenut­a la polizia

- Andrea Alba

VICENZA Pugni e calci in testa. Tentativi di strangolam­ento, minacce di morte, pestaggi con il manico della scopa. Alla fine una vicentina ha capito di non poterne più di quell’uomo violento, padre della sua bimba di soli pochi mesi. Ha denunciato tutto ad un centro antiviolen­za e alla polizia che sabato, dopo mesi di indagini e riscontri, ha messo fuori casa il compagno di 41 anni, sempre vicentino: se si riavvicine­rà alla donna finirà in carcere.

VICENZA Pugni e calci in testa, fino a provocarle un trauma cranico. Tentativi di strangolam­ento, minacce di morte, pestaggi con il manico della scopa.

Alla fine una 35enne vicentina ha capito di non poterne più di quell’uomo violento, padre della sua bimba di soli pochi mesi. Ha denunciato tutto ad un centro antiviolen­za e alla polizia che sabato, dopo mesi di indagini e riscontri, ha messo fuori casa il compagno di 41 anni, sempre vicentino: se si riavvicine­rà alla donna finirà in carcere.

La storia è iniziata quattro anni fa, la coppia – lui operaio, lei in cerca di lavoro – inizialmen­te era felice. E quando è nata la bimba, che oggi ha poco più di un anno, i due sono andati a vivere assieme nella periferia del capoluogo. I maltrattam­enti, gli insulti e poi le botte, secondo quanto riscontrat­o dalla squadra mobile della questura, hanno iniziato a far parte della vita della famiglia a partire da settembre dell’anno scorso.

L’uomo, sempre più spesso, ha iniziato a tornare a casa ubriaco e ad essere aggressivo. Tutti gli episodi sono stati dettagliat­amente ricostruit­i dagli investigat­ori del dirigente Davide Corazzini e del sostituto Roberto Minervini, che hanno registrato un crescendo di violenza. La compagna ha iniziato a capire che con quell’uomo non c’era nulla da fare, si poteva solo scappare, a ottobre scorso: una sera, completame­nte ubriaco, lui l’ha presa per il collo tentando di soffocarla per poi scagliarla contro il frigorifer­o. Le violenze sono continuate fino a quando, a gennaio, lei si è rivolta alle forze dell’ordine facendo denuncia.

Ad aprile, dopo l’ennesima lite, la donna ha deciso di lasciare la casa per tornare dai suoi genitori: in tutta risposta, il compagno le ha praticamen­te distrutto l’auto. Ma come spesso accade in queste situazioni, la compagna a lungo è stata convinta che lui potesse cambiare e tornare l’uomo di cui si era innamorata. Così dopo qualche settimana è rientrata a casa sperando che tutto andasse meglio. Non è stato così: ad agosto, in rapida succession­e, in due occasioni è finita all’ospedale dopo un pestaggio con il manico della scopa. Qualche giorno dopo c’è tornata con un trauma cranico, provocato da una scarica di pugni: le è stata data una prognosi di 21 giorni.

Raccolte le conferme della colpevolez­za del 41enne, la polizia le ha presentate al sostituto procurator­e Angelo Parisi che ha rapidament­e chiesto e ottenuto dal Gip un provvedime­nto cautelare, notificato dalla polizia sabato al compagno violento: gli agenti l’hanno scortato fuori casa – risiederà dai propri genitori – e non potrà avvicinars­i né all’abitazione dell’ex compagna né al luogo dove lavora, pena l’arresto immediato.

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Casa insicura Ancora botte e terrore in famiglia: l’intervento è stato della squadra mobile

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