Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pugni, calci e minacce alla compagna
Dopo anni di soprusi una vicentina ha detto basta. È intervenuta la polizia
VICENZA Pugni e calci in testa. Tentativi di strangolamento, minacce di morte, pestaggi con il manico della scopa. Alla fine una vicentina ha capito di non poterne più di quell’uomo violento, padre della sua bimba di soli pochi mesi. Ha denunciato tutto ad un centro antiviolenza e alla polizia che sabato, dopo mesi di indagini e riscontri, ha messo fuori casa il compagno di 41 anni, sempre vicentino: se si riavvicinerà alla donna finirà in carcere.
VICENZA Pugni e calci in testa, fino a provocarle un trauma cranico. Tentativi di strangolamento, minacce di morte, pestaggi con il manico della scopa.
Alla fine una 35enne vicentina ha capito di non poterne più di quell’uomo violento, padre della sua bimba di soli pochi mesi. Ha denunciato tutto ad un centro antiviolenza e alla polizia che sabato, dopo mesi di indagini e riscontri, ha messo fuori casa il compagno di 41 anni, sempre vicentino: se si riavvicinerà alla donna finirà in carcere.
La storia è iniziata quattro anni fa, la coppia – lui operaio, lei in cerca di lavoro – inizialmente era felice. E quando è nata la bimba, che oggi ha poco più di un anno, i due sono andati a vivere assieme nella periferia del capoluogo. I maltrattamenti, gli insulti e poi le botte, secondo quanto riscontrato dalla squadra mobile della questura, hanno iniziato a far parte della vita della famiglia a partire da settembre dell’anno scorso.
L’uomo, sempre più spesso, ha iniziato a tornare a casa ubriaco e ad essere aggressivo. Tutti gli episodi sono stati dettagliatamente ricostruiti dagli investigatori del dirigente Davide Corazzini e del sostituto Roberto Minervini, che hanno registrato un crescendo di violenza. La compagna ha iniziato a capire che con quell’uomo non c’era nulla da fare, si poteva solo scappare, a ottobre scorso: una sera, completamente ubriaco, lui l’ha presa per il collo tentando di soffocarla per poi scagliarla contro il frigorifero. Le violenze sono continuate fino a quando, a gennaio, lei si è rivolta alle forze dell’ordine facendo denuncia.
Ad aprile, dopo l’ennesima lite, la donna ha deciso di lasciare la casa per tornare dai suoi genitori: in tutta risposta, il compagno le ha praticamente distrutto l’auto. Ma come spesso accade in queste situazioni, la compagna a lungo è stata convinta che lui potesse cambiare e tornare l’uomo di cui si era innamorata. Così dopo qualche settimana è rientrata a casa sperando che tutto andasse meglio. Non è stato così: ad agosto, in rapida successione, in due occasioni è finita all’ospedale dopo un pestaggio con il manico della scopa. Qualche giorno dopo c’è tornata con un trauma cranico, provocato da una scarica di pugni: le è stata data una prognosi di 21 giorni.
Raccolte le conferme della colpevolezza del 41enne, la polizia le ha presentate al sostituto procuratore Angelo Parisi che ha rapidamente chiesto e ottenuto dal Gip un provvedimento cautelare, notificato dalla polizia sabato al compagno violento: gli agenti l’hanno scortato fuori casa – risiederà dai propri genitori – e non potrà avvicinarsi né all’abitazione dell’ex compagna né al luogo dove lavora, pena l’arresto immediato.