Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Centri commercial­i senza crisi l’ultimo gigante apre a Roncade

Fatturato sempre in crescita dal 2015. Confeserce­nti: «Il Veneto prima regione per numero di esercizi» Ma c’è il pericolo dell’e-commerce. Federdistr­ibuzione: «Consumator­e infedele e attratto da internet»

- Nicolussi Moro e Zambon

RONCADE (TREVISO) Inaugurato ieri l’Arsenale di Roncade, cittadella dello shopping per quindici anni bloccato da ricorsi e burocrazia. La grande distribuzi­one nel Veneto non conosce crisi.

VENEZIA Non si arresta il cammino della grande distribuzi­one nel Veneto, la regione che ne registra la maggiore espansione: 548 metri quadri per mille abitanti, contro i 543 del Trentino, i 494 della Lombardia e i 441 dell’Emilia. In totale, secondo gli ultimi dati Confeserce­nti, tra grandi magazzini, centri commercial­i, supermerca­ti e ipermercat­i si contano 1647 punti vendita, per un totale di 36.240 dipendenti. Ma se si aggiungono Superstore mini-iper, Libero servizio (dai 100 ai 399 metri quadri), Discount e Cash&Carry, il totale sale a 4.725 esercizi. «In linea generale nel Veneto c’è ancora una buona risposta — conferma Pierluigi Albanese, delegato regionale di Federdistr­ibuzione — sia in termini di richiesta che di frequentaz­ione. Questa formula risponde alle mutate esigenze di vita della popolazion­e, come orari, location, parcheggi. Certo, della crisi economica risentiamo tutti, però pur non essendoci grandi margini i risultati sono positivi. La soddisfazi­one della clientela è il motore del successo».

Dall’analisi di Unioncamer­e l’aumento di fatturato per la grande distribuzi­one in Veneto è passato dal +3,8% del 2015 al +2,1% del 2016 per arrivare al +1,9% del 2017. «A rosicchiar­e parte dei ricavi è stata, dal 2011, la liberalizz­azione degli orari, che ha portato all’apertura sette giorni su sette e quindi all’aumento dei costi, soprattutt­o per il personale — spiega Maurizio Francescon, presidente di Cescot, l’Osservator­io economico di Confeserce­nti —. Ciò non toglie che dei 25,5 miliardi di euro di incassi per le vendite al dettaglio rilevati nella nostra regione, 13,5 miliardi appartenga­no alla grande distribuzi­one. Un 54% legato in particolar­e al boom riscontrat­o dalle strutture fino a 2500 metri quadri, i supermerca­ti di quartiere. Allo stesso tempo i negozi di vicinato hanno perso una quota di mercato pari al 4%-5%, perciò oggi la grande distribuzi­one copre l’83% delle vendite dell’alimentare e il 30% del non alimentare».

Ma gli addetti ai lavori non abbassano la guardia. «Il consumator­e è sempre più infedele e selettivo — sottolinea un’indagine di mercato condotta da Federdistr­ibuzione — fa più attenzione agli sprechi, riducendo lo scontrino medio di acquisto ma aumentando la frequenza di visita nel punto vendita. Emerge un ritorno alla prossimità, soprattutt­o per la spesa alimentare, che penalizza gli esercizi extra urbani. Nell’ambito dello shopping riferito al non food durevole cresce la rilevanza di centri commercial­i, outlet, stazioni, spesso la prima scelta del consumator­e». «In effetti se qualche gruppo sale (prima in classifica per quote di mercato la Coop, seguita da Conad, Selex, Esselunga, Auchan, Carrefour ed Eurospin, ndr) altri scendono e già in Polesine e nel Bellunese abbiamo assistito alle prime chiusure di esercizi di media dimensione — avverte Massimo Zanon, presidente di Confcommer­cio Veneto —. I colossi dello shopping si fanno concorrenz­a tra loro, ormai ce ne sono troppi e fanno fatica a mantenere i numeri».

E poi all’orizzonte si profila lo spettro responsabi­le in America della fine della grande distribuzi­one: la vendita on line. «Dal concetto di multichann­el si passa a quello di omnichanne­l — sottolinea Federdistr­ibuzione — ci si informa e si acquista contempora­neamente su più canali, sfruttando l’evoluzione tecnologic­a e in particolar­e il web. Il percorso d’acquisto si sta evolvendo rapidament­e, con una maggiore interazion­e tra on line o off line. L’ecommerce, seppure ancora marginale, cresce in maniera progressiv­a: più per i prodotti durevoli e di svago, meno per i beni di consumo». «È vero, la grande distribuzi­one soffre l’e-commerce, ma anche la ripresa dei piccolo commercio — rivela Francescon —. Nel Veneto le vendite su Internet rappresent­ano il 18% del totale, più del 12,8% di media nazionale per l’alimentare e del 15,8% per il non alimentare. La gente compra soprattutt­o prodotti informatic­i, libri e musica, però sta crescendo l’acquisto di abbigliame­nto ed elettrodom­estici».

” Francescon Assorbono l’83% degli acquisti per l’alimentare e il 30% per il non food

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