Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Parole disperate «Resisti, noi siamo con te»
Bassano, nuovi messaggi al Brocchi. Il preside: «Orgoglioso»
BASSANO DEL GRAPPA S’allunga la catena d’affetto intorno all’anonimo autore della frase («Non c’è alcun posto per me») comparsa sul muro del liceo Brocchi di Bassano. «Tieni duro, siamo con te».
BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) Non è più (soltanto) il muro di un disperato, quello sul quale due notti fa uno studente ha scritto, in inglese, «Non c’è alcun posto per me». La parete del liceo «Brocchi» di Bassano del Grappa è già diventata qualcosa di più grande: un po’ meta di pellegrinaggio adolescenziale, un po’ sfogatoio e un po’ testimonianza di una generazione capace con un guizzo di riscattarsi dal cliché di apatia e indolenza che gli adulti si ostinano ad appiccicarle addosso.
I liceali vanno e vengono attraverso la cancellata di questo istituto a due passi dal centro e che pare uscito da un libro di Harry Potter per via delle torri cilindriche, dei finestroni alti e stretti, e delle facciate austere. Si dice che il vecchio proprietario volesse realizzare una copia del castello di Krassonitz, in Moravia. È questo nobile edificio a far da scenario alla storia del ragazzino (o ragazzina) che nottetempo scavalca la recinzione e con una bomboletta spray bianca scrive «There’s nowhere for me to be». Un grido d’aiuto che ha innescato la parte più bella della vicenda: quella dei compagni di scuola che da due giorni appendono bigliettini per rispondere al messaggio. Il passaparola ha viaggiato con la velocità dei social network e così, ieri, nel cortile del Brocchi sono arrivati studenti perfino da altri istituti. Tutti lì, per far sentire meno solo quel coetaneo senza nome, con offerte d’aiuto («Sono qui per te», «Non ti lasceremo solo»), consigli («Abbi coraggio», «Non sentirti giudicato», «Guardati intorno, vedrai amici pronti a sostenerti»), perfino appuntamenti: «Ti aspettiamo nella nostra classe», «Alle 8 sarò in stazione, cercami». Ma su quel muro non c’è soltanto la solidarietà dei liceali bassanesi. Alcuni scritti ricordano quanto sia complicata l’adolescenza. Una studentessa: «Ti capisco, ci sono passata anch’io. Non è una soluzione suicidarsi. L’ho pensato più di una volta e tuttora lo penso, ma credimi non è la soluzione». E ancora: «Tutti non ci sentiamo a nostro agio in un posto...», oppure: «Anch’io soffro». C’è anche il messaggio fatto affiggere dal preside Gianni Zen: «Vieni la porta è aperta, non serve neppure bussare».
L’iniziativa è nata in modo spontaneo, da una classe del quarto anno. «Quando martedì siamo arrivati a scuola, abbiamo visto la scritta e in classe abbiamo letto la circolare del dirigente che ci invitava a interrogarci sul suo significato», racconta Francesca, 17 anni. «Abbiamo pensato che sarebbe stato bello rispondere prosegue Sofia - e, con il permesso della prof, siamo uscite per appendere i primi biglietti. Poi, hanno fatto lo stesso anche gli altri studenti e ora è diventato qualcosa di bello che, forse, servirà per aiutare qualcuno».
Con i suoi 2.300 allievi, il Brocchi è uno degli istituti più grandi del Veneto. E così, ci si interroga su chi sia l’autore. «La calligrafia è femminile», dice un ragazzino del primo anno. «Solo un maschio riesce a scavalcare la cancellata», ribatte un compagno. Su una cosa sono tutti d’accordo: «Frequenta la scuola, non avrebbe senso rivolgersi a degli sconosciuti».
Ne è convinto anche il preside, che ha affidato al suo staff la visione dei filmati della telecamera di sorveglianza: «Ma non voglio innescare una caccia all’uomo, l’autore può stare tranquillo: non lo denuncerò mai. Quando ho visto la reazione dei miei studenti mi sono emozionato, hanno dimostrato intelligenza e valore. Sono orgoglioso di loro». E ora che ne sarà del muro? «Per un paio di settimane resterà tutto com’è. Poi lo farò ripulire a spese mie. Ma se gli studenti lo vorranno, potrei anche mettere a loro disposizione una parete della scuola...».