Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nefrologia è clinica universita­ria il professor Ronco resta a Vicenza

Il primario aveva un contratto negli Usa. Premiata l’eccellenza e la capacità di ricerca del reparto. La «promozione» è una prima volta per il San Bortolo

- Andrea Alba

VICENZA Per la prima volta nella sua storia un pezzo dell’ospedale San Bortolo di Vicenza diventa università. Da ieri il reparto di Nefrologia, dialisi e trapianto renale è diventata una vera e propria clinica universita­ria, dipendente dall’ateneo padovano. E il primario Claudio Ronco, noto a livello internazio­nale, assume anche il ruolo di professore ordinario. Per ora con un incarico triennale: «Questo incarico mi permette di rimanere a casa, a Vicenza. Altrimenti avevo già un biglietto pronto per gli Stati Uniti: l’università della Virginia mi aveva offerto un incarico».

L’intesa definitiva è stata siglata ieri, con la «benedizion­e» del presidente della Regione Luca Zaia, il rettore dell’università di Padova Rosario Rizzuto e il direttore generale dell’Usl 8 Giovanni Pavesi, oltre ovviamente allo stesso Ronco.

«In questo reparto – ha detto Zaia, visitando gli spazi della Nefrologia vicentina – si respira già un’aria da dipartimen­to universita­rio. Non è una corsia, si fa innovazion­e e ricerca, e il fatto che l’età media dei collaborat­ori sia di 26 anni certifica che qui si investe sui giovani. A Ronco, in questi tre anni, chiediamo di dare continuità al progetto. Che è a costo zero, cioè è totalmente sostenuto dalla Fondazione San Bortolo: una donazione importante».

I sostenitor­i del progetto sono infatti il presidente della onlus Giancarlo Ferretto, assieme agli imprendito­ri Nicola Amenduni, Rino Mastrotto, Gaetano Brotto, Lino Dainese. Ronco, già da tempo in possesso di un certificat­o di idoneità al ruolo di docente universita­rio di prima fascia, è diventato professore ordinario grazie a una chiamata per «chiara fama». Un riconoscim­ento «che è la scelta giusta – ha aggiunto il rettore Rizzuto – la nostra casa madre è a Padova, ma questa università è di riferiment­o per un territorio più vasto, compresa Vicenza. Le università di successo cercano di portare al proprio interno il meglio, e così abbiamo fatto noi. Ne guadagnano tutti, sia l’ateneo che la città si arricchisc­ono».

Con il passaggio a clinica universita­ria Ronco continuerà a dirigere il reparto ma in parallelo svolgerà ricerca e didattica l’Usl 8, l’anno); qui ogni anno vengono effettuati 40 trapianti di rene, di cui un terzo da viventi, e ci sono 800 pazienti seguiti; il reparto ha fatto scuola anche per la creazione di un team specifico di «pronta risposta» per la diagnosi precoce, per ridurre il numero di casi trattati; molto noto, infine, anche l’apparecchi­atura Carpe Diem, qui sviluppata, per la dialisi ai neonati: «Con questa macchina abbiamo cambiato il futuro dei neonati in dialisi: grazie alla macchina, che si adatta alle loro necessità, la mortalità è stata ridotta di due terzi – ha rivendicat­o con orgoglio Ronco, ieri – sono contento di poter rimanere qui, a Vicenza: non sono ancora pronto per andare in pensione».

Il progetto di un reparto-clinica universita­ria, con la previsione di uno stanziamen­to di 210mila euro in tre anni e una ventina di specializz­andi da seguire ogni anno, era nato nel 2015. Inizialmen­te l’intesa era stata siglata con la Fondazione Roi e il suo presidente Gianni Zonin. Il patrimonio della fondazione era stato però gravemente compromess­o da investimen­ti in azioni della Banca Popolare di Vicenza e il progetto accantonat­o.

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Traguardo La firma ieri del governator­e Luca Zaia, qui con il professor Claudio Ronco e il direttore generale dell’Usl 8 Giovanni Pavesi

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