Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Nefrologia è clinica universitaria il professor Ronco resta a Vicenza
Il primario aveva un contratto negli Usa. Premiata l’eccellenza e la capacità di ricerca del reparto. La «promozione» è una prima volta per il San Bortolo
VICENZA Per la prima volta nella sua storia un pezzo dell’ospedale San Bortolo di Vicenza diventa università. Da ieri il reparto di Nefrologia, dialisi e trapianto renale è diventata una vera e propria clinica universitaria, dipendente dall’ateneo padovano. E il primario Claudio Ronco, noto a livello internazionale, assume anche il ruolo di professore ordinario. Per ora con un incarico triennale: «Questo incarico mi permette di rimanere a casa, a Vicenza. Altrimenti avevo già un biglietto pronto per gli Stati Uniti: l’università della Virginia mi aveva offerto un incarico».
L’intesa definitiva è stata siglata ieri, con la «benedizione» del presidente della Regione Luca Zaia, il rettore dell’università di Padova Rosario Rizzuto e il direttore generale dell’Usl 8 Giovanni Pavesi, oltre ovviamente allo stesso Ronco.
«In questo reparto – ha detto Zaia, visitando gli spazi della Nefrologia vicentina – si respira già un’aria da dipartimento universitario. Non è una corsia, si fa innovazione e ricerca, e il fatto che l’età media dei collaboratori sia di 26 anni certifica che qui si investe sui giovani. A Ronco, in questi tre anni, chiediamo di dare continuità al progetto. Che è a costo zero, cioè è totalmente sostenuto dalla Fondazione San Bortolo: una donazione importante».
I sostenitori del progetto sono infatti il presidente della onlus Giancarlo Ferretto, assieme agli imprenditori Nicola Amenduni, Rino Mastrotto, Gaetano Brotto, Lino Dainese. Ronco, già da tempo in possesso di un certificato di idoneità al ruolo di docente universitario di prima fascia, è diventato professore ordinario grazie a una chiamata per «chiara fama». Un riconoscimento «che è la scelta giusta – ha aggiunto il rettore Rizzuto – la nostra casa madre è a Padova, ma questa università è di riferimento per un territorio più vasto, compresa Vicenza. Le università di successo cercano di portare al proprio interno il meglio, e così abbiamo fatto noi. Ne guadagnano tutti, sia l’ateneo che la città si arricchiscono».
Con il passaggio a clinica universitaria Ronco continuerà a dirigere il reparto ma in parallelo svolgerà ricerca e didattica l’Usl 8, l’anno); qui ogni anno vengono effettuati 40 trapianti di rene, di cui un terzo da viventi, e ci sono 800 pazienti seguiti; il reparto ha fatto scuola anche per la creazione di un team specifico di «pronta risposta» per la diagnosi precoce, per ridurre il numero di casi trattati; molto noto, infine, anche l’apparecchiatura Carpe Diem, qui sviluppata, per la dialisi ai neonati: «Con questa macchina abbiamo cambiato il futuro dei neonati in dialisi: grazie alla macchina, che si adatta alle loro necessità, la mortalità è stata ridotta di due terzi – ha rivendicato con orgoglio Ronco, ieri – sono contento di poter rimanere qui, a Vicenza: non sono ancora pronto per andare in pensione».
Il progetto di un reparto-clinica universitaria, con la previsione di uno stanziamento di 210mila euro in tre anni e una ventina di specializzandi da seguire ogni anno, era nato nel 2015. Inizialmente l’intesa era stata siglata con la Fondazione Roi e il suo presidente Gianni Zonin. Il patrimonio della fondazione era stato però gravemente compromesso da investimenti in azioni della Banca Popolare di Vicenza e il progetto accantonato.