Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ponte verso la chiusura, i negozianti «Il Comune non isoli Angarano»

Confcommer­cio chiede una struttura provvisori­a: «O ci mette in ginocchio»

- Raffaella Forin

BASSANO «Non isoliamo borgo Angarano dal resto della città». La richiesta si alza a gran voce da Confcommer­cio Bassano a seguito della paventata chiusura del passaggio pedonale sul Ponte degli Alpini durante i lavori di somma urgenza per puntellare le stilate 3 e 4. Mentre si attende l’affidament­o dell’intervento - c’è un’impresa triestina in ballo l’associazio­ne di categoria scende in campo per tutelare i suoi associati che operano sul lato ovest a ridosso del monumento palladiano.

«Sono 39 imprendito­ri che danno lavoro a 320 persone precisa Alberto Borriero, a capo della delegazion­e bassanese - Interdire il transito senza prevedere una struttura provvisori­a alternativ­a che colleghi le sponde fluviali significa metterli in ginocchio. E con loro una fetta di residenti. Siamo preoccupat­i: l’intero indotto economico cittadino risentirà di queste chiusure di cui non conosciamo né la tempistica né la durata». Paolo Lunardi, il presidente mandamenta­le dell’associazio­ne, ritiene lo scenario «molto grave, soprattutt­o se la paventata chiusura coinciderà con il periodo della Fiera franca o del ponte di Ognissanti, quando la città viene invasa dai turisti». Oltre a voler essere informata tempestiva­mente sugli sviluppi della questione per dare ai negozianti della Destra Brenta la possibilit­à di organizzar­e il lavoro, Confcommer­cio invita il Comune a dare almeno un segnale di attenzione. E come contropart­ita per il mancato introito derivante dall’eventuale chiusura del ponte propone «la riduzione delle imposte comunali, Tari, Imu, Cosap, per i commercian­ti di Angarano danneggiat­i». Pur condividen­do, poi, l’idea di animare lo storico borgo con iniziative per richiamare gente, i vertici associativ­i evidenzian­o la necessità di inserirle subito nel bilancio pubblico e nei cartelloni delle manifestaz­ioni cittadine per promuoverl­e per tempo. Con i lavori di consolidam­ento del simbolo cittadino che si protraggon­o oltre i tempi previsti e le chiusure del passaggio annunciate a più riprese, per i commercian­ti la soluzione da adottare è una sola: un collegamen­to provvisori­o tra le due rive. Bocciate le proposte di istituire una corsa del bus o di rispolvera­re il traghetto, ritenute poco efficaci e scomode, caldeggian­o la posa di un ponte Bailey o di una passerella. «Un passaggio di emergenza da lasciare per tutta la durata del restauro - spiega Romano Zanon, vicepresid­ente degli operatori bassanesi - Sarà anche un’operazione costosa, ma è la migliore per ridurre i disagi fino al termine dei lavori». Per Lunardi «i soldi si devono trovare». Rincara la dose Elisa Scotton, presidente della commission­e Turismo di Confcommer­cio: «I continui annunci di chiusure a singhiozzo diffondono la percezione, distorta, che il ponte sia inaccessib­ile, tenendo lontano i visitatori dalla città e interrompe­ndo quel canale comunicati­vo che abbiamo attivato con l’hastag Pontesempr­eaperto». L’associazio­ne interviene anche sullo stato di incuria e di sporcizia in cui è lasciato il ponte. Il problema dovrebbe risolversi con l’imminente intervento di una squadra di ecovolonta­ri. Sono residenti dei quartieri Angarano e centro storico, ed affiliati al gruppo «Aiutiamo il ponte», resisi disponibil­i a ripulire l’impalcato non appena otterranno il via libera dal Comune. Intanto ieri mattina, i tecnici comunali hanno rattoppato la fessurazio­ne apertasi sul pavimento del monumento nel punto in cui il legno incontra il marmo.

” Borriero Sono 320 i dipendenti dei negozi Tutta la città ne risentirà

” Lunardi Siamo molto preoccupat­i per gli effetti sul territorio

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