Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Palazzo Roverella: Arte e Magia, opere e esoterismo
La mostra a Palazzo Roverella a Rovigo: 50 anni di streghe, diavoli e simboli esoterici raccontati dai grandi pittori
Osare, volere, credere e tacere. Per l’esoterismo sono quattro i pilastri della magia. Esattamente quelli che ritroviamo nell’ esposizione di Palazzo Roverella a Rovigo, curata da Francesco Parisi, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi. Il titolo è Arte e Magia. Il fascino dell’esoterismo in Europa. Sono 200 le opere che esplorano le oscurità e gli abissi fantastici di 50 anni di storia dell’arte, a partire dall’occultismo fin de siècle per approdare al Simbolismo e, infine, alle avanguardie storiche con opere di Kandinskij, Evola, Klee, Balla e Duchamp. In questa cavalcata, lunga 50 anni - dal 1860 agli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale - con Francia e Belgio a farla da padroni ma lo sguardo del curatore fisso a Est dove giganteggia il ceco Jaroslav Panuška, si incontrano tutte le bizzarre creature che popolano la notte. Diavoli, streghe, fantasmi, vampiri, animali notturni escono dall’invisibile per farsi corpo e carne dell’arte. Tra i dipinti più suggestivi il «Gufo» di Gabriele Gabrielli, nera figura che sprigiona un’aura opalescente, o «Tre donne e tre lupi» di Eugéne Grasset che ritrae tre bellissime streghe volanti, gli occhi atterriti, i corpi eterei, i capelli sconvolti e i loro lupi: macchie nere da cui spicca solo l’oro degli occhi e il rosso delle fauci. La mostra sboccia con le opere di Boleslas Biegas, Pierre Fix-Masseau, Fernand Khnopff, Odilon Redon. Artisti che dipingono l’invito al silenzio nel segno di Arpocrate (trasposizione latina di Horus, divinità egizia figlia di Iside) ritraendo il gesto della mano o del dito davanti alla bocca a sigillare la segretezza di quanto si era appreso. Il clima di ricerca spirituale favorì anche la conoscenza di religioni orientali come il Buddismo, ma furono piuttosto le dottrine teosofiche di Elena Petrovna Blavatsky e quelle antroposofiche di Rudolf Steinerle più seguite. Quando l’arte non cavalcò la “vague” spiritistica. L’opera «Succube» di Rodin annuncia la vicinanza del celebre scultore all’occultismo. Rodin partecipava infatti alle sedute spiritiche. In esposizione un bellissimo tavolino intarsiato usato appunto per evocare gli spiriti. Lo spiritismo portò alla scoperta di nuovi linguaggi artistici come il disegno automatico. Poi il sonaglio usato durante i sabba dipinto da Faléro con una strega nuda a cavallo di una scopa. Altra esperienza fondamentale di quel periodo fu “Monte Verità”, in Svizzera. Una comunità di vegetariani che attrasse artisti, intellettuali, rifugiati politici, anar-
chici, comunisti, teosofi, massoni e rosacrociani. Grande cura riservata anche all’occultismo cattolico, incarnato dai
Rosa Croce e dai loro percorsi iniziatici. Il Rinascimento Occultista si sviluppò principalmente a Parigi e riunì scrittori,
giornalisti, maghi ed artisti. Tra loro Joséphin Péladan, il fondatore del Salon de la Rose+Croix. Tra i tanti dipinti la meravigliosa «Circe» di Louis Chalon, fiera regina della luce. La misteriosa, raffinatissima «Lamia» di George Frampton, scolpita in avorio e bronzo con opali incastonati. Su tutti lui, l’androgino, l’angelo caduto: Lucifero. Potentissimo il dipinto di Watts che ci mostra «Satana» nascondere il volto con la mano. www.palazzoroverella.com