Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Troppi? No, prendiamol­i»

Decisione rivista per ridurre i costi della cooperativ­a

- A.Pri.

PADOVA «Ci prendiamo tutti quelli che arrivano», diceva il viceprefet­to di Padova, Alessandro Sallusto, parlando alla funzionari­a che gli suggeriva di non opporsi all’arrivo di nuovi profughi, perchè altrimenti Ecofficina avrebbe avuto un aggravio dei costi di gestione del centro di accoglienz­a della «Prandina».

È il 6 novembre del 2015, quando l’allora viceprefet­to di Padova (oggi in servizio a Bologna), Alessandro Sallusto, viene intercetta­to al telefono con la «sua» funzionari­a Tiziana Quintario. Le chiede di essere aggiornato sull’invio di altri profughi a Padova e dice che «devono essere bloccati» perché «non c’è spazio per tutti i nuovi arrivi». Lei fa presente che Simone Borile (il patron di Ecofficina) invece «suggerisce di prendere anche gli altri, perché se no lui va troppo sotto...». Quintario, spiega infatti che alla caserma «Prandina» la coop ha allestito «il tendone con 200 posti, che deve essere scaldato» ma che se i migranti vengono spostati altrove (e di conseguenz­a nell’ex base ne restano pochi) le spese aumentano: «Capito qual è il discorso? Perché tanti fanno anche l’effetto pecora, quindi diminuisce il consumo del riscaldame­nto, capito?». Lui ci scherza sopra («Come sei venale») ma poi rivede la sua scelta iniziale in favore di Ecofficina: «Va bene, morale della favola ci prendiamo tutti quelli che arrivano».

Il 12 luglio 2016, invece, per gli inquirenti il vicario Pasquale Aversa «fece informare Simone Borile dal viceprefet­to Alessandro Sallusto dell’ispezione da parte dell’Ulss presso l’hub Bagnoli di Sopra programmat­a per le 15 del 13 luglio».

Da un’altra intercetta­zione, stavolta del 24 novembre 2015, sembra trapelare il fatto che Sallusto fosse a conoscenza che la Quintario agevolasse la coop nell’affidament­o degli appalti, al punto che era lo stesso patron di Ecofficina (che oggi si chiama Edeco) a inviarle il materiale: per la fornitura dei moduli alla Prandina, gli dice, «farà una gara per la quale si è fatta mandare il progetto da Borile».

Infine, significat­ivo è anche un dialogo intercetta­to il 2 maggio 2016, dopo che in prefettura era arrivata la telefonata della giornalist­a del Corriere del Veneto Roberta Polese che sospettava ci fosse qualcosa di poco chiaro nella decisione di affidare a Ecofficina la gestione della «Prandina», vista l’esistenza di un documento sottoscrit­to il 6 gennaio, in pieno periodo festivo. Sallusto sembra quasi spaventato quando dice che la giornalist­a «andrà avanti perché è sicura che quella produzione di documenti di Ecofficina è falsa... perché in prefettura nessuno firma un assegnamen­to il giorno della Befana».

Dalle carte dell’inchiesta padovana emergono anche i contatti tra l’allora viceprefet­to di Venezia, Vito Cusumano, e Simone Borile. Leggendo le intercetta­zioni sembra emergere come l’attuale prefetto di Bolzano fosse stato messo a conoscenza delle carenze che si registrava­no nel centro di accoglienz­a di Cona. Come quando, il 19 gennaio 2017, il patron della cooperativ­a gli spiega che «i migranti non riconoscon­o alcuna autorità degli operatori Edeco» ma soprattutt­o che «la situazione è insostenib­ile» e che «al momento all’interno del centro non si riesce a esercitare alcuna funzione di controllo sui migranti».

È sempre Cusumano, il giorno successivo, a raccontare al collega di Padova Pasquale Aversa che la Commission­e parlamenta­re d’inchiesta a Cona «ha riscontrat­o una situazione di precarietà tale sotto il profilo igienico sanitario che non ci sono le condizioni minime essenziali».

In una informativ­a dei carabinier­i di Padova si legge che «il numero dei migranti presenti a Cona aumentava velocement­e, mentre le autorità prefettizi­e sottovalut­avano la situazione di sovraffoll­amento della struttura e delle eventuali criticità che poi si sarebbero verificate». Un esempio: il 2 gennaio, dopo la morte della migrante Sandrine Bakayoko, «tra le varie problemati­che emergevano condizioni non adeguate per le 25 donne ospiti (...) In merito scrivono gli investigat­ori - di particolar­e interesse è la conversazi­one tra il vicario Cusumano e Borile, nel corso della quale il funzionari­o invitava il suo interlocut­ore a un incontro presso la prefettura per discutere dell’innegabile sovraffoll­amento».

A dirla tutta, Cusumano sembra aver intuito che la situazione dell’hub è ormai compromess­a. E così, quando Borile lo chiama lamentando il fatto che a Cona «ci sono carabinier­i, vigili del fuoco, Usl, tutti dentro», il viceprefet­to ribatte che «è giusto che loro facciano i controlli e che la prefettura non ha nulla da nascondere». Borile prova a ribattere che «così non si può mica lavorare», ma Cusumano taglia corto raccomanda­ndogli «di mettere a disposizio­ne tutto ciò che chiedono, perché questa è la posizione della prefettura», anche per il fatto che «è chiaro che la struttura ha bisogno di essere migliorata».

” Borile A Cona situazione insostenib­ile, non c’è più controllo

” Quintario In tanti nelle tende, così la coop spende meno per scaldarle

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