Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Giro di vite contro le false coop sociali Più controlli sui dipendenti disabili
Approvata la legge in consiglio regionale. Via dall’albo chi è irregolare
VENEZIA Giro di vite della Regione contro le false cooperative sociali. Il consiglio regionale, a larghissima maggioranza (35 favorevoli e 4 astenuti), ha approvato ieri il progetto di legge presentato dal leghista Fabrizio Boron che, dopo due anni e mezzo di gestazione e confronto con gli attori del settore, va a innovare radicalmente la disciplina contenuta nella legge 23 del 2006, introducendo limiti più stringenti per chi vuole iscriversi all’albo e godere delle norme di favore previste per chi si occupa della disabilità. Un testo ispirato dai casi che hanno animato le cronache degli ultimi anni, dalle indagini su Ca’ della Robinia a quelle sulla «Galassia Lando», fino ai casi recenti di Edeco/Ecofficina, che interessa in Veneto più di 800 realtà.
«Per le persone svantaggiate il lavoro è un aspetto fondamentale dell’inserimento sociale, qualificante per la loro vita - spiega Boron con questa legge facciamo capire alle false cooperative che per loro non c’è più spazio». Come? Innanzitutto viene superata la distinzione, ambigua secondo Boron, tra persone «svantaggiate» (i disabili) e persone «deboli» (i disoccupati under 25 ed over 55), fissando per tutte le cooperative sociali, indistintamente, siano essere di Tipo A (Sociale) o di Tipo B (Servizi), l’obbligo di avere tra i propri dipendenti almeno il 30% di disabili. Quindi viene attribuito a ciascun consigliere regionale, considerato «la sentinella del territorio», il potere di attivare il servizio ispettivo qualora vi sia il sospetto che qualche coop non operi in regola: «Si potranno fare controlli più capillari e infliggere sanzioni adeguate, dalla semplice diffida fino alla cancellazione dall’albo, con l’impossibilità per gli amministratori di riproporsi sotto nuove sigle o altri ruoli per cinque anni» prosegue Boron. Che aggiunge: «Bisogna evitare che le false cooperative sottraggano lavoro alle vere cooperative, sfruttando le agevolazioni fiscali e vincendo gli appalti in modo irregolare, grazie a ribassi insostenibili. I lavoratori devono essere tutelati tutti allo stesso modo. Vanno allontanate dagli organi direttivi delle cooperative le persone che non si comportano correttamente. Nella legge viene inoltre prevista l’anagrafe informatica e vengono introdotti il codice etico e il bilancio sociale».
Anche il Partito Democratico ha votato a favore del provvedimento perché, spiega la correlatrice Orietta Salemi, «grazie al lavoro della commissione è stato infine preparato un testo che valorizza davvero le virtuosità e va a colpire chi inquina il sistema. Eravamo partiti da una proposta “choc” di Boron, un provvedimentomanifesto con un solo articolo e siamo approdati a una vera e propria legge che ne contiene 14. Avevamo sposato immediatamente le intenzioni di un controllo sulle sacche oscure della cooperazione, che diventano parassite del sistema, ma siamo intervenuti sul modus operandi, come dovrebbe sempre fare un legislatore. Il provvedimento di oggi testimonia soprattutto come, con un percorso condiviso e un modo corretto di lavorare, senza forzature a colpi di maggioranza, si possa garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati».
Tra i quattro astenuti c’è invece Piero Ruzzante di Leu, che non ha visto chiarite nel corso del dibattito le sue perplessità: «Si unificano lavoratori fragili e svantaggiati, fattispecie che andrebbero invece tenute distinte. Mi hanno poi sempre insegnato che le cooperative sociali non vanno giudicate in base ai numeri, ed è pericoloso stabilire che chi impiega più persone va premiato, senza analizzare altri aspetti, come la qualità delle persone fragili e il grado di difficoltà delle stesse».
Sotto inchiesta Negli ultimi anni molte coop sono finite sotto la lente degli inquirenti, da Ca’ della Robinia alla «Galassia Lando» fino a Edeco/Ecofficina