Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mondiali di ciclismo 2020 addio È ufficiale: si faranno in Svizzera

Botta e risposta Lega-Pd sulle responsabi­lità. Finco: «Scaricabar­ile»

- Gian Maria Collicelli

VICENZA Fine del sogno. O meglio, fine della corsa. Il mondiale di ciclismo su strada del

2020 non approderà a Vicenza. Come a un bivio, alla riunione del comitato direttivo dell’Uci (Unione ciclistica internazio­nale), avvenuta ieri, la rassegna iridata ha preso la strada che porterà in Svizzera e precisamen­te nel cantone Vallese, casa dello stesso ente mondiale e che per la prima volta ospiterà la manifestaz­ione. Anche per Vicenza sarebbe stata la prima volta, ma non sarà così. In realtà, a dire addio al sogno iridato non è solo il capoluogo ma pure l’Italia e il Veneto, visto che il territorio regionale rientrava nel progetto «Vicenza-Veneto

2020» e che quello stesso dossier rappresent­ava la candidatur­a italiana al mondiale del

2020.

Un’idea nata nel 2013, formalizza­ta come candidatur­a ufficiale nel 2014 e cresciuta negli anni sino a diventare un plico di centinaia di pagine, contenenti i resoconti di visite ispettive, sopralluog­hi della stessa Uci, documenti, dati. Nel 2017 quel dossier ottiene una prima vittoria con la preassegna­zione del mondiale, che per diventare definitiva doveva arricchirs­i del sostegno economico da parte delle istituzion­i, Governo in primis. Da quel momento però sono iniziati i problemi: tre scadenze disattese, le polemiche politiche, l’elargizion­e di 3,5 milioni di euro in extremis da parte dello Stato e infine le pressioni dell’ultimo minuto. E sarebbero stati proprio i soldi, quelli mancanti, a portare la rassegna iridata in Svizzera, che già a fine agosto aveva messo sul piatto 6 milioni di euro. «Siamo dispiaciut­i fanno sapere dal comitato promotore di “Vicenza-Veneto 2020” - ma anche sereni, perché consapevol­i di aver lavorato con impegno e passione a un progetto serio».

Ma la notizia di ieri è stata come il tuono che annuncia il temporale: da quel momento si è scatenata una ridda di polemiche e prese di posizione, con il Pd che accusa la Regione, la Lega che ribatte ai dem e l’opposizion­e in consiglio comunale a Vicenza che se la prende con il sindaco, Francesco Rucco, e con la «filiera» di centrodest­ra. «È una brutta notizia per Vicenza – dichiara il primo cittadino – noi abbiamo fatto tutto il possibile ma la coscienza di qualcun altro non è pulita come la nostra». «Arrivavamo dopo scadenze alle quali il governo precedente non ha mai fatto fede» chiosa l’assessore alle Attività sportive, Matteo Celebron. A mettere nel mirino la Regione ci pensano la deputata del Pd, Daniela Sbrollini («Non è mai arrivato il necessario contributo economico da parte della Regione») e il capogruppo del Pd in Comune Otello Dalla Rosa («La declamata filiera leghista Comune-Regione-Governo non funziona») mentre al replica da Venezia arriva per bocca del capogruppo della Lega in consiglio regionale, Nicola Finco: «Il Pd gioca allo scaricabar­ile per nascondere sette anni di inerzia».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy