Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Fusioni, 5 nuovi Comuni in dirittura d’arrivo e contributi straordinari per 60 milioni
Da Colceresa a Valbrenta, manca solo il referendum già fissato il 16 dicembre
VICENZA C’è la fusione a due, a tre o anche a cinque Comuni, ci sono quelle approvate, quella respinta e pure i progetti di fusione che attendono il verdetto popolare. Ma tutti i processi di aggregazione di enti locali nel Vicentino hanno un comune denominatore, che parla la lingua dell’economia: l’unione di amministrazioni locali produce economie di scala e porta contributi straordinari, che nel giro di dieci anni possono arrivare a destinare fino a 60 milioni di euro in più nel Vicentino. A conti fatti, è questo il valore delle fusioni fra i municipi vicentini. Ed è pure un valore al ribasso, visto che tiene conto dei «soli» contributi straordinari previsti dallo Stato proprio in favore degli enti locali che uniscono uffici, servizi e bandiere.
Ma andiamo con ordine: innanzitutto i progetti di fusione fra i Comuni devono passare al vaglio dei consigli regionale e provinciale e pure all’esame del voto popolare con un referendum che ha l’ultima parola in tema di approvazione - o meno - dell’unione dei municipi. Finora le fusioni portate a termine sono due: Grancona e San Germano dei Berici hanno creato il Comune di Val Liona, mentre Barbarano Vicentino e Mossano hanno fatto nascere il Comune di Barbarano-Mossano. A questi si sarebbe potuto aggiungere il nuovo municipio ArsieroTonezza se non fosse che lo scorso anno i cittadini delle due zone hanno bocciato l’idea al referendum. Poi ci sono tutti gli altri progetti di fusione che già hanno completato l’iter burocratico (l’ultimo passaggio in Provincia, nei giorni scorsi) e attendono solo il parere popolare, previsto il prossimo 16 dicembre. In quell’occasione si dovrà votare per far nascere - o meno - il Comune di Colceresa (nato dall’unione fra Mason Vicentino e Molvena), di Colbregonza (Carrè si unisce a Chiuppano), di Lusiana-Conco (fra i due Comuni originari), di Pieve dei Berici (frutto dell’unione fra Longare, Castegnero e Nanto) e di Valbrenta (per la fusione di Cismon del Grappa, Valstagna, San Nazario, Campolongo sul Brenta e Solagna). In tutto, le aggregazioni approvate o in attesa di referendum toccano 49.143 vicentini e porteranno il conto totale dei Comuni del Vicentino - in caso di esito positivo di tutte le consultazioni popolari - da quota 121 (nel 2016) a 110 enti locali.
Ma è il fronte economico e finanziario quello in cui si registrano i numeri più alti. Tutte le operazioni di fusione, infatti, porteranno a benefici economici che oltre alle economie di scala per l’unione di servizi e forniture - e dunque di appalti - guardano anche ai contributi esterni: a fronte di una fusione la Regione eroga un contributo straordinario per i primi 3 anni, mentre lo Stato per i primi 10 anni aumenta fino al 60 per cento i trasferimenti erariali alle nuove realtà aggregate (con riferimento ai contributi erogati nel 2010). Risultato: se tutti i progetti di fusione andranno in porto, quei 50 mila vicentini porteranno a casa almeno 6 milioni di euro di nuovi contributi ogni anno per i primi 10 anni, per un conto totale che ammonta dunque a 60 milioni di euro.
Residenti interessati Le aggregazioni approvate (Val Liona e Barbarano-Mossano) o che sono in attesa di referendum toccano 49.143 vicentini