Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Melegatti, definitiva la vendita Gli Spezzapria nuovi proprietar­i

Il rilancio affidato ad uno dei rami della famiglia vicentina della Forgital

- Davide Orsato

VERONA L’ufficialit­à arriva poco dopo le 12, ieri, nello studio del curatore fallimenta­re, l’avvocato Bruno Piazzola: per 13,5 milioni di euro la Melegatti è «vicentina». Lo storico gruppo dolciario, quello fondato dall’inventore del pandoro, Domenico Melegatti, a cui si aggiunge la Nuova Marelli, azienda un tempo comasca acquistata dall’azienda di San Giovanni Lupatoto nel 2012, ha un nuovo proprietar­io. Il che significa anche, se le promesse, rinnovate ieri dagli acquirenti, saranno rispettate, che nei supermerca­ti da qui a qualche mese arriverann­o i primi prodotti in tempo per il periodo natalizio, quello, neanche a dirlo più importante.

L’azienda è stata aggiudicat­a all’unico offerente, «spuntato» a sorpresa nelle ultime settimane. A concludere la pratica Denis Moro, 33 anni, di Breganze, lo stesso manager che l’anno scorso rilevò Fonte Margherita, l’acqua minerale (in passato Norda) di Torrebelvi­cino. Ma chi ha messo i soldi? La pista «altovicent­ina» conduce a Velo d’Astico, dove ha sede la Forgital di proprietà della famiglia Spezzapria. Forgital è un’azienda che opera nel settore aerospazia­le, producendo componenti fondamenta­li per assicurare i motori alle ali dei jet. Un’azienda che – mettono ben in chiaro gli acquirenti – nulla c’entra con l’operazione Melegatti. Due filoni ben diversi, che hanno in comune un nome: quello di Roberto Spezzapria, tra gli intestatar­i della newco Sominor Srl, sigla temporanea registrata per portare a termine l’acquisto.

C’entrano, invece, più direttamen­te, altre due aziende dalla galassia personale di Roberto Spezzapria, la Eriplast di Bassano del Grappa e la Fucine Film di Ossana (Trento) che operano negli imballaggi alimentare. L’acquisto di Melegatti si prefigura quindi come un’operazione di integrazio­ne verticale della filiera. Secondo le prime indiscrezi­oni, saranno i figli di Roberto, Giacomo e Giuditta Spezzapria, a ricoprire dei ruoli chiave in azienda. Il primo è già presidente della newco, la seconda, che ha una formazione in pasticcier­a (con il titolo di «Pastry Chef» ) in Spagna, sarà la «mente» delle nuove proposte aziendali. Avrà ruoli di vertice anche Moro, che ieri ha rotto così il ghiaccio: «Da oggi lavoreremo per realizzare la squadra necessaria a rilanciare uno dei brand più importanti dell’alimentare italiano. Finalmente recuperiam­o uno dei marchi che ha reso grande la nostra terra e che ha contribuit­o alla conviviali­tà delle famiglie italiane per 120 anni». Il nuove presidente abbozza la strategia per la futura Melegatti: «Vogliamo riportare il prima possibile sia in Italia che all’estero il famoso pandoro, il panettone e i vari prodotti dolciari – afferma Giacomo Spezzapria – con un piano di sviluppo faremo crescere l’azienda caratteriz­zandola per la ricerca delle migliori soluzioni innovative».

Gli impegni ci sono. E i sindacati ora chiedono un tavolo di confronto: «Sarà imminente» la risposta che arriva dai nuovi titolari. La speranza dei sindacati è di riuscire a recuperare gran parte dei 45 lavoratori che hanno ricevuto, lo scorso inverno, le lettere di licenziame­nto. Tra le voci di corridoio, quella che preoccupa di più riguarda la possibilit­à che si imbastisca una lunga trattativa sulle retribuzio­ni, con richieste al ribasso. Ma resta un’ipotesi. Non vengono azzardate date, invece, per il riavvio degli stabilimen­ti. Ma se l’intenzione è di tornare a produrre per Natale, il tempo a disposizio­ne si conta in (pochissime) settimane. Allora potrà dirsi iniziato a tutti gli effetti il nuovo corso.

Si concluderà così una vicenda esplosa nell’estate nel 2017, dopo una serie di scelte (dagli investimen­ti alle campagne di comunicazi­one) sbagliate. A rivelarsi fatale, il modo con cui Melegatti ha deciso di diversific­are la produzione, per lavorare tutto l’anno, puntando, come altri concorrent­i, sulle merendine. Operazione passata anche attraverso l’acquisto della Marelli Dolciaria e con l’inaugurazi­one di un nuovo stabilimen­to a San Martino Buon Albergo, finanziata con la cassa. Da qui il crac, la lunga odissea, con i vari tentativi di salvataggi­o (tra cui un fondo maltese), tutti andati a vuoto.

” Denis Moro Recuperiam­o un marchio storico: rivivrà con elementi innovativi Al lavoro sulla squadra

 ??  ?? Rianscita Lavorazion­i in Melegatti
Rianscita Lavorazion­i in Melegatti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy