Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tav veneta, alleanza tra Lega e Pd Ma i Cinque Stelle: «La fermeremo»

Il Consiglio regionale vota l’appoggio all’Alta Velocità. Intanto a Roma Rfi spinge la Brescia-Padova

- Martina Zambon

VENEZIA Tav veneta, nel giorno dell’inedita alleanza Lega-Pd e del monolitico no del M5s, le imprese tornano a sperare per le notizie che arrivano da Roma. Ieri mattina, nel corso di un’audizione in commission­e Trasporti alla Camera, l’ad di Rete ferroviari­a italiana (Rfi), Maurizio Gentile, ha decretato: «A mio parere l’alta velocità così come l’abbiamo realizzata ad oggi basta, si ferma con la realizzazi­one del collegamen­to Brescia-Padova, ed è sufficient­e. Al Sud non serve».Ovvero sulla tratta veneta non si discute, sul resto si può soprassede­re.

Manco a farlo a bella posta, negli stessi minuti, a Palazzo Ferro Fini, l’aula votava (quasi) compatta, una mozione presentata dalla Lega (prima firmataria Silvia Rizzotto) ma appoggiata di buon grado anche dai dem che, visto l’obiettivo comune, ha accettato di ritirare una propria mozione analoga. Il testo «impegna la giunta regionale a intervenir­e con il governo per il completame­nto della Tav». Parole di circostanz­a? Tutt’altro. I nodi per la Tav stanno venendo al pettine e il fitto lavorio del Movimento fra Venezia e gli uffici del ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli culminerà nella consegna, la prossima settimana, di un dossier dettagliat­o dei pentastell­ati veneti sulle grandi opere del territorio. E la Tav, per ovvi motivi, resta in cima alla lista. Perché, potenzialm­ente, può ancora essere fermata. «Sulla Tav abbiamo ancora un buon margine - conferma il consiglier­e regionale e plenipoten­ziario grillino Jacopo Berti - mentre sulla Pedemontan­a il margine è solo economico, per evitare che vengano sventrate le tasche dei veneti, sulla Tav, possiamo evitare concretame­nte lo scempio di un territorio d’altissimo pregio con i suoi vigneti fra Verona e Vicenza».

Una mozione, insomma, che è un segnale al governo in vista della madre di tutte le battaglie fra Lega (appoggiata anche dal Pd) e M5s in regione. Come nota di cronaca, sulla mozione si sono astenuti due consiglier­i - Piero Ruzzante, Leu, e anche Cristina Guarda del Pd che, essendo di Lonigo, spiega come «per coerenza al mio territorio, non posso votare per un’opera che lo stravolger­à». Per il resto si sono contati 32 voti favorevoli e 4 contrari (M5s). Nel testo si specifica anche l’impegno della giunta regionale ad assicurare, senza ulteriori ritardi, il proseguime­nto dell’iter per il quadruplic­amento della linea.

Parla di un «sì convinto» il capogruppo del Pd, il vicentino Stefano Fracasso, per «disinnesca­re il crescente traffico autostrada­le favorendo il trasporto merci su rotaia e agevolando quello passeggeri per i pendolari». Per il Pd come per il senatore padovano Antonio De Poli, «il M5s si conferma il partito del no». I pentastell­ati veneti, però, non ci stanno: «Non diciamo no alle grandi opere - spiegano Berti e il capogruppo Manuel Brusco - diciamo sì, invece, alle grandi opere con costi europei e progetti al passo con i tempi, ma questa Tav è un dinosauro che costa fino a 100 milioni di euro al chilometro». Dalla difesa, il Movimento passa poi all’attacco: «Lega e Pd vogliono portare avanti la più grande mangiatoia degli ultimi anni. La Tav in Veneto costerà, infatti, fra i 70 e i 100 milioni di euro al km cioè 10 volte di più rispetto ai costi europei». La controprop­osta è il modello friulan-giuliano dell’ammodernam­ento della linea storica che prevede costi decisament­e ridotti, fra Venezia e Trieste si spenderann­o «solo» 800 milioni contro i 7,5 miliardi del quadruplic­amento fra Brescia e Padova ».

Nicola Finco, capogruppo del Carroccio non ci sta: «Il ministro Toninelli deve uscire dai blog e portare avanti il progetto della Tav, soprattutt­o nel tratto del Nordest. Ha dichiarato più volte che bisogna valutare bene il rapporto tra costi e benefici, e su questo siamo d’accordo. Ma consigliam­o al ministro di venire sul territorio e parlare anche con le categorie». Il refrain è sempre quello, invocato non solo dalla politica ma pure da Confindust­ria diventata referente diretto del Carroccio dopo la «ricucitura» fa all’assemblea della territoria­le berica in cui il presidente nazionale Vincenzo Boccia ha ribadito la «fame di infrastrut­ture» di un territorio che produce il 70% del Pil.

Finco Toninelli esca dai blog e venga qui a parlare con le categorie

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Rotaie I treni ad alta velocità dovrebbero viaggiare a 300 chilometri all’ora ma con il raddoppio dei binari si prevede anche il traffico merci
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