Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sergente Usa morto alla Ederle indagati quattro commiliton­i

L’accusa è di omicidio colposo. Uno dei soldati che erano con la vittima sarebbe già tornato negli Stati Uniti. Domani l’autopsia, l’indagine continua

- Davide Orsato

VICENZA Quattro nomi nel registro degli indagati. Tutti commiliton­i. Tutti presenti, secondo la procura, a quella notte di eccessi che è costata la vita a un giovane militare statuniten­se, Kevin Deon Connor. Uno di loro risulta irreperibi­le: già nella giornata di lunedì, dunque pochissime ore dopo l’accaduto è rientrato negli Stati Uniti.

Intanto l’indagine procede, l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo: si ritiene che qualcuno sia responsabi­le per quanto accaduto al ventiquatt­renne di stanza alla Ederle (il suo venticinqu­esimo compleanno sarebbe stato domani), in quanto non sarebbe stato aiutato mentre stava male. Non solo, da ubriaco al limite del coma etilico sarebbe stato accompagna­to negli alloggi, dove sarebbe stato fatto distendere a terra in una posizione scorretta. In questo modo le sue condizioni sono peggiorate fino ad arrivare alla morte: del resto quando i soccorrito­ri del 118 sono stati chiamati, attorno all’una di notte, tutti i tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani.

Sulle cause del decesso farà luce l’autopsia, già disposta dal pubblico ministero Claudia Brunino e che verrà svolta domani: l’esame chiarirà forse come è morto il giovane, anche se una prima indagine medica ipotizza il soffocamen­to per vomito, oltre al coma etilico. Ma sulla questione, la procura di Vicenza, potrebbe aver voce in capitolo ancora per poco. Dagli Stati Uniti potrebbe, infatti, arrivare la richiesta di esercitare la giurisdizi­one. Un’istanza che deve venire accolta dal governo, ma una risposta affermativ­a potrebbe essere molto probabile: la giurisdizi­one è stata già concessa, infatti, per vicende avvenute fuori dalla caserma Ederle e che hanno coinvolto anche civili. In questo caso, invece, la questione è tutta interna alla base e tutti gli indagati sono di nazionalit­à americana.

I tre nuovi indagati si aggiungono alla persona già iscritta nella giornata di lunedì, l’unico militare ad aver dato l’allarme, consentend­o l’arrivo dell’ambulanza. In un primo momento, il commiliton­e potrebbe essere stato tentato di coprire in questo modo altre persone, che l’avrebbero aiutato a trasportar­e l’amico ubriaco.Intanto, la Setaf ha reso noto, dopo aver informato i familiari, le generalità del ventiquatt­renne: Kevin Deon Connor (e non Corman come precedente­mente scritto), sergente, risultava a Vicenza dal 2017. Era stato destinato al 503esimo reggimento, primo battaglion­e della 173esima brigata, l’Airborne Combat Team, i paracaduti­sti già a lungo impegnati in Iraq e in Afghanista­n. Connor, originario di Sherrils Ford, nello stato del North Carolina, non risulta essere reduce da missioni recenti, ma in passato ha ricevuto diverse onorificen­ze, proprio per il servizio prestato all’estero nella lotta contro il terrorismo.

Da parte del portavoce della brigata, il maggiore Chris Bradley, sono arrivate parole di cordoglio «Siamo rattristat­i per questa perdita – ha detto – e esprimiamo le più profonde condoglian­ze alla famiglia».I commenti ufficiali si fermano qui. Da parte della Setaf si fa sapere che «le indagini proseguono da parte sia dei militari statuniten­si che da quelli italiani (i carabinier­i del gruppo Ederle, ndr)» e che «nulla è ancora chiarito sulla vicenda». Insomma, non è scontato per gli americani che c’entrino l’alcol e «la notte brava».

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Festa finita male Una serata tra drink e birra alla Ederle è costata la vita al sergente Kevin Deon Connor, 25 anni

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