Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sergente Usa morto alla Ederle indagati quattro commilitoni
L’accusa è di omicidio colposo. Uno dei soldati che erano con la vittima sarebbe già tornato negli Stati Uniti. Domani l’autopsia, l’indagine continua
VICENZA Quattro nomi nel registro degli indagati. Tutti commilitoni. Tutti presenti, secondo la procura, a quella notte di eccessi che è costata la vita a un giovane militare statunitense, Kevin Deon Connor. Uno di loro risulta irreperibile: già nella giornata di lunedì, dunque pochissime ore dopo l’accaduto è rientrato negli Stati Uniti.
Intanto l’indagine procede, l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo: si ritiene che qualcuno sia responsabile per quanto accaduto al ventiquattrenne di stanza alla Ederle (il suo venticinquesimo compleanno sarebbe stato domani), in quanto non sarebbe stato aiutato mentre stava male. Non solo, da ubriaco al limite del coma etilico sarebbe stato accompagnato negli alloggi, dove sarebbe stato fatto distendere a terra in una posizione scorretta. In questo modo le sue condizioni sono peggiorate fino ad arrivare alla morte: del resto quando i soccorritori del 118 sono stati chiamati, attorno all’una di notte, tutti i tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani.
Sulle cause del decesso farà luce l’autopsia, già disposta dal pubblico ministero Claudia Brunino e che verrà svolta domani: l’esame chiarirà forse come è morto il giovane, anche se una prima indagine medica ipotizza il soffocamento per vomito, oltre al coma etilico. Ma sulla questione, la procura di Vicenza, potrebbe aver voce in capitolo ancora per poco. Dagli Stati Uniti potrebbe, infatti, arrivare la richiesta di esercitare la giurisdizione. Un’istanza che deve venire accolta dal governo, ma una risposta affermativa potrebbe essere molto probabile: la giurisdizione è stata già concessa, infatti, per vicende avvenute fuori dalla caserma Ederle e che hanno coinvolto anche civili. In questo caso, invece, la questione è tutta interna alla base e tutti gli indagati sono di nazionalità americana.
I tre nuovi indagati si aggiungono alla persona già iscritta nella giornata di lunedì, l’unico militare ad aver dato l’allarme, consentendo l’arrivo dell’ambulanza. In un primo momento, il commilitone potrebbe essere stato tentato di coprire in questo modo altre persone, che l’avrebbero aiutato a trasportare l’amico ubriaco.Intanto, la Setaf ha reso noto, dopo aver informato i familiari, le generalità del ventiquattrenne: Kevin Deon Connor (e non Corman come precedentemente scritto), sergente, risultava a Vicenza dal 2017. Era stato destinato al 503esimo reggimento, primo battaglione della 173esima brigata, l’Airborne Combat Team, i paracadutisti già a lungo impegnati in Iraq e in Afghanistan. Connor, originario di Sherrils Ford, nello stato del North Carolina, non risulta essere reduce da missioni recenti, ma in passato ha ricevuto diverse onorificenze, proprio per il servizio prestato all’estero nella lotta contro il terrorismo.
Da parte del portavoce della brigata, il maggiore Chris Bradley, sono arrivate parole di cordoglio «Siamo rattristati per questa perdita – ha detto – e esprimiamo le più profonde condoglianze alla famiglia».I commenti ufficiali si fermano qui. Da parte della Setaf si fa sapere che «le indagini proseguono da parte sia dei militari statunitensi che da quelli italiani (i carabinieri del gruppo Ederle, ndr)» e che «nulla è ancora chiarito sulla vicenda». Insomma, non è scontato per gli americani che c’entrino l’alcol e «la notte brava».