Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Le croci nel cuore il memoriale dei soldati a Rovereto
Al Castello di Rovereto è stato inaugurato un Memoriale con i cimeli di 12 mila soldati Al pc si potrà cercare la storia di ognuno di loro, grazie agli effetti personali e ai gradi
La poesia, accanto al dramma. I sentimenti, arrivati piano accanto al dolore. È una storia che si ricompone e si restituisce quella dei 12 mila caduti trentini durante la Grande Guerra. Una storia che, dentro la collettività, trova il coraggio di chiamare una per una - uomini, ragazzi, padri di famiglia - le vittime di quel tempo. Come? Grazie a nuovi effetti personali ritrovati e grazie anche alla tecnologia.
Ogni vita e ogni morte, dunque, sarà ricordata, con nome e cognome, fotografie e immagini all’interno del Memoriale che è appena stato inaugurato, in occasione della prima giornata istituita per ricordare le vittime e i caduti trentini della prima guerra mondiale, negli spazi espositivi del Castello di Rovereto.
Curato dall’architetto Giovanni Marzari, il Memoriale dei caduti trentini della Grande Guerra si declina in diverse sezioni tra elmetti, fotografie d’epoca, pannelli esplicativi, ritratti, oggetti della vita di trincea, targhe commemorative, medaglie. La prima sezione è dedicata alla memoria pubblica dei caduti e al concetto delle memorie divise. Poi vengono quelle sui cimiteri, dedicata alla memoria di guerra in Europa e in Galizia, una sezione dedicata alla memoria privata e pubblica con i monumenti ai caduti, e, ancora, si possono trovare due postazioni internet dove consultare l’anagrafe dei caduti trentini.
È proprio qui che la storia personale dei 12 mila caduti viene restituita. Il Museo Storico Italiano della Guerra ha infatti lavorato al censimento e alla raccolta dati sui caduti trentini nel primo conflitto mondiale.
Degli oltre 55 mila soldati trentini che tra il 1914 e il 1918 combatterono in Galizia, in Serbia e sul fronte italiano, 12 mila morirono nelle trincee, negli ospedali e nei campi di prigionia. I loro corpi furono sepolti in cimiteri dove ben poche famiglie poterono recarsi allora, poi il crollo dell’Impero austro-ungarico, nel cui esercito aveva combattuto parte di loro, e l’unificazione del Trentino al Regno d’Italia ostacolarono il censimento delle perdite.
Nel dopoguerra furono proprio le comunità a conservarne la memoria sui monumenti ai caduti e sulle lapidi poste nei cimiteri, nelle chiese e sulle piazze. Da queste postazioni internet si potrà accedere ad una scheda per ogni caduto. Una scheda che registra cognome, nome ed eventuale
soprannome del caduto, luogo e data di nascita e di morte, luogo di sepoltura, stato civile, presenza di figli, luogo di residenza, professione, nomi dei genitori. E ancora il reparto e il grado dell’esercito nel quale era inquadrato il caduto e gli eventuali riconoscimenti ricevuti. Le cause e le circostanze della morte sono descritte con delle note e, quando disponibili, sono registrati anche testi e immagini del soldato.
Il memoriale si chiude con una zona per le proiezioni dove vengono proiettati estratti del film «Prigionieri della guerra» di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, realizzato da materiali cinematografici della Prima Guerra Mondiale, raccolti negli archivi dei grandi Imperi che si fronteggiarono, in prevalenza quello zarista e quello austro-ungarico. Al termine del restauro dell’Ossario di Castel Dante, sempre a Rovereto, il Memoriale sarà collocato negli spazi del Sacrario. Il progetto dell’architetto Marzari al momento è in fase preliminare ma si dividerà in due soluzioni integrate e complementari, una all’esterno e una all’interno. Il percorso che dalla collina porterà all’Ossario sarà completato da ogni nome e dato dei singoli soldati caduti, incisi su formelle in pietra, collocate su lapidi adagiate sul terreno.
All’interno del Sacrario sarà invece realizzata un’installazione, sovrastata da un grande schermo stratificato, dove si vedranno «scorrere» tutti i 12 mila nomi dei caduti, sullo sfondo dei luoghi e dei paesaggi della guerra. Proprio ai lati dell’installazione ritorneranno quelle postazioni per la consultazione individuale, per restituire un nome e un volto a chi la vita l’ha persa combattendo.