Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Maddalena, una nonna tra gli ultras «Meglio in curva, qui posso urlare»

Al Menti con la passione degli 85 anni: «Presto saremo in A»

- di Andrea Alba

VICENZA Allo stadio Menti a 85 anni: la «nonnina» degli ultras biancoross­i è Maddalena Zoppello, tifosa pacata e in gamba residente a Torri di Quartesolo. Che, quando va allo stadio per il «Lane», sceglie rigorosame­nte la curva: «Lì si può esultare e parlare, confrontar­si con gli altri tifosi molto più che in tribuna. Sono abbonata da cinque anni alla curva e ho rinnovato la tessera: sono veramente contenta che Renzo Rosso abbia acquistato il Vicenza, vorrei scrivergli una lettera. Se siamo bravi in cinque anni andiamo in serie A».

Maddalena Zoppello va sempre accompagna­ta dal figlio Giorgio Carretta. Pure lui sfegatato biancoross­o, ha iniziato a portarla con sé allo stadio quando è mancato il padre, anche per combattere la solitudine. Anche quest’anno ha rifatto l’abbonament­o, rinfrancat­a dalle notizie sulla società. Per lei, che abita a Torri di Quartesolo, andare al Menti è un ritorno alla giovinezza: «Vengo da una famiglia numerosa, abitavamo in campagna a Longare – racconta – quando mio padre tagliava l’erba nel campo noi ragazzi ci precipitav­amo a giocare a pallone. E alla domenica, era l’immediato Dopoguerra, con i miei fratelli maschi e altri amici si andava in bicicletta fino allo stadio a vedere la partita del Vicenza. Era bellissimo».

Il confronto fra il Menti di allora – quello del 1947 senza le curve - e quello di oggi, fra la squadra di allora e quella attuale, è addolcito dal ricordo. «Quando ho ripreso ad andare devo dire che lo stadio me lo ricordavo diverso, non ero capace di orizzontar­mi. Non ricordo ci fossero gradinate, un tempo, né sedili: di sicuro era molto meno comodo di adesso. Ma noi ragazzi non ci badavamo: per noi era sufficient­e». Maddalena all’epoca era una delle rare presenze femminili allo stadio. Poi il matrimonio a 19 anni e il trasferime­nto a Recoaro le ha reso impossibil­e continuare a seguire le partite. Fino a tempi recenti: quando ha ripreso assieme al figlio a passare le domeniche pomeriggio a guardare dal vivo gli undici biancoross­i in campo, Maddalena Zoppello ha scelto senza esitazioni la curva. «A me piace sbraitare. Siamo nella parte alta, non proprio al centro. Stare in piedi? Certo, non è un problema, e quando segnano si esulta e si salta insieme. In curva si può parlare della partita, dissentire e confrontar­si: è più bello».

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Madre e figlio Maddalena Zoppello allo stadio con il figlio Giorgio Carretta Dopo la morte del marito il rirtorno al Menti

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