Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Espulso dopo dieci anni «Volevo sposare un’italiana»

Solagna, il 29enne marocchino era incensurat­o

- Andrea Zambenedet­ti

SOLAGNA «Sul volo verso Casablanca - hanno raccontato i poliziotti del commissari­ato di Bassano - ha conosciuto un suo connaziona­le che gli ha promesso di aiutarlo una volta arrivato». Una nota di speranza in una vicenda costellata di regole inflessibi­li ma anche di una vita ai margini della società. Il protagonis­ta è un 29enne marocchino che per anni ha vissuto da solo in un’abitazione occupata a Solagna. A fargli compagnia sporcizia e degrado, a causa di una condizione di perenne indigenza. Quando è stato espulso ha candidamen­te spiegato al giudice la ragione per cui in tutti questi anni di permanenza in Italia non avesse mai provato a percorrere l’iter burocratic­o per avere dei documenti che gli consentiss­ero di stare in Italia. «Speravo, prima o poi, di sposare una donna Italiana».

Non risulta però che avesse alcuna relazione né che avesse in qualche modo mai provato ad intraprend­ere qualche amicizia. I genitori da oltre dieci anni hanno fatto ritorno in Marocco, lasciandol­o solo. Il fratello è finito in una comunità di recupero, per alcuni problemi legati al mondo della dipendenza da stupefacen­ti. Lui ha sempre vissuto di espedienti ma non si è mai reso protagonis­ta di episodi di cronaca eclatanti. Lo scorso lustro era stato individuat­o senza biglietto su un treno. La mancanza di documenti che gli consentiss­ero di rimanere in Italia era emersa proprio in quella circostanz­a. Il giovane era stato invitato a presentars­i in commissari­ato ma lui ha raccontato di essersi consigliat­o con un avvocato che gli avrebbe suggerito di non dare seguito a quella richiesta, diventando a tutti gli effetti un fantasma. Sconosciut­o alle istituzion­i locali ma non alla polizia che lo ha trovato nonostante per anni avesse vissuto senza farsi notare, senza creare problemi. La totale assenza di documenti ha fatto incedere inseparabi­lmente l’iter amministra­tivo che nel suo caso ha portato alla definitiva espulsione.

Quando i poliziotti si sono presentati a casa sua per dirgli che sarebbe stato espulso è scoppiato in lacrime e ha minacciato di farla finita. Viveva in una condizione di disagio e degrado tale che anche i poliziotti si sono commossi. Qualcuno ha messo mano al portafogli­o e gli ha regalato una ricarica del telefono. Qualcun altro lo ha consolato dicendogli che forse in Marocco potrà, forse, riuscire a vivere fino in fondo quella vita rimasta sorpresa per anni, in attesa di una svolta che in Italia non è mai arrivata.

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Commissari­ato Intervenut­a la polizia

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