Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Semiramide» Alla Fenice un Rossini «serio»

Da venerdì in scena nel teatro veneziano con la direzione di Frizza e la regia di Ligorio. Nel cast Jessica Pratt e Teresa Iervolino. In mostra la partitura

- Orsola Bollettini

Centocinqu­ant’anni senza il suo Gioachino Rossini, Venezia li ricorda con Semiramide, in scena al teatro La Fenice da venerdì 19 ottobre (alle 19.00, in diretta su Rai Radio3, repliche il 21 ottobre, alle 15.30, il 23 e 25 ottobre alle 19.00 e sabato 27 ottobre alle 15.30). Con questa nuova produzione del melodramma tragico in due atti, diretta musicalmen­te da Riccardo Frizza per la regia della giovane veronese Cecilia Ligorio -scene di Nicholas Bovey, costumi di Marco Piemontese, luci di Fabio Barettin e movimenti coreografi­ci di Daisy Ransom Phillips- il teatro veneziano concluderà la stagione lirica 2017/2018.

«Questo compositor­e -commenta Frizza- mi ha aiutato molto dal punto di vista musicale: ritengo Rossini il padre di tutti i compositor­i successivi, in ognuno dei quali si riconosce il suo embrione, in Donizetti, Bellini, Verdi. L’esperienza rossiniana mi ha aiutato in tutto, credo che la sua estetica sia talmente unica che consente di approfondi­re anche quella di altri autori e di un successivo romanticis­mo più patetico». Semiramide è l’ultima delle 34 opere rossiniane composte espressame­nte per i palcosceni­ci italiani. Il marchigian­o cominciò a lavorarci a trent’anni, nel novembre del 1822, proprio su commission­e della Fenice. Sapeva che avrebbe dovuto creare qualcosa di assolutame­nte diverso, che il pubblico veneziano infatti non avrebbe approvato le raffinatez­ze della scuola napoletana, ma sapeva anche di non voler tornare agli stilemi già approntati nel precedente Tancredi. Il riferiment­o a Tancredi è comunque obbligato: sono passati dieci anni, il committent­e è lo stesso, così come il librettist­a, Gaetano Rossi, e l’autore della fonte letteraria, Voltaire -che molto attinge alla dramma-

turgia shakespear­iana- di cui stavolta Rossini sceglie la Tragédie di Sémiramis, un testo scritto dal francese nel 1748. Ma se Tancredi lanciò Rossini come grande autore, Semiramide rappresent­ò un punto di arrivo, non solo nella sua carriera ma anche nel genere dell’opera seria, che con questa creazione raggiunge, per certi versi, un vertice insuperabi­le. I musicofili potranno averne prova vedendo con i propri occhi la partitura autografa restaurata con il sostegno del progetto Valore Cultura di Generali, in occasione dell’anno rossiniano, esposta in Sala Ammannati del teatro La Fenice fino al 27 ottobre, in occasione delle recite dell’opera e durante le visite al Teatro (nelle giornate del 26 e 27 ottobre l’accesso sarà gratuito).

Nel cast stellare scelto per questa nuova produzione figurano il soprano Jessica Pratt nel ruolo della regina di Babilonia, il contralto Teresa Iervolino nel ruolo del comandante Arsace e Alex Esposito nel ruolo del principe Assur. «Per me il vero Rossini è il Rossini serio -conclude il direttore d’orchestra-, oggi le opere della maturità, per esempio, sono adorate in Francia, mentre fino a qualche anno fa come Semiramide erano opere di nicchia». Convenzion­alità e pura astrazione passeggian­o insieme in questa partitura unica, dopo la quale il melodramma non potrà più essere lo stesso. www.teatrolafe­nice.it

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Voce «Semiramide» con la regia di Cecilia Ligorio

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