Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cona, Tar e ministero «frenano» la chiusura
Profughi, il prefetto Zappalorto ha già pronto il piano di alleggerimento. Ma la burocrazia lo blocca
VENEZIA La burocrazia ferma l’alleggerimento prima e la chiusura poi dell’ex base di Conetta (ma anche i nuovi gestori) dove ci sono ancora 380 richiedenti asilo, poca cosa comunque rispetto ai quasi ottocento di inizio anno. Fosse per il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto buona parte degli ospiti (l’obiettivo è di arrivare a 150 a giugno del 2019) sarebbero già stati suddivisi nelle varie strutture sparse nel territorio (i cosiddetti Cas, centri di accoglienza straordinaria) tanto che da luglio il bando è fermo in attesa del nuovo schema di capitolato di gara di appalto per la fornitura di beni e servizi deciso dal ministero dell’Interno con l’obiettivo di ridurre i costi dell’accoglienza.
L’impasse si somma allo stop dei giudici sul nuovo appalto di Conetta già aggiudicato alla Nova Facility di Gian Lorenzo Marinese che attendeva solo la firma del contratto. Se da una parte l’imprenditore aveva rifiutato di firmare a causa con il dimezzamento degli ospiti (400 al posto degli quasi 800 del bando), dall’altra Zappalorto è con le mani legate perché non può procedere ad assegnazione diretta (ridiscutendo con la Nova Facility o con la seconda in graduatoria) tanto meno fare una nuova gara. Attende infatti le nuove disposizioni del ministero ma deve fare anche i conti con il Tar del Veneto che ha accolto la richiesta di sospensiva della cooperativa Edeco, l’ex Ecofficina di Simone Borile gestore dell’hub di Cona, che aveva contestato l’assegnazione alla cooperativa di Marinese. Edeco infatti aveva impugnato di fronte al tribunale amministrativo l’aggiudicazione da parte della Prefettura di Venezia, avvenuta il 20 agosto: un appalto da 11 milioni per gestire fino a 789 richiedenti asilo. Il Tar comunque non ha accolto le critiche principali, contenute nel primo ricorso — che riteneva «anomala» l’offerta di Nova Facility e sottolineava la mancata attribuzione di punti per la conoscenza di lingue straniere del personale — ma quella subordinata, che contestava la nomina della commissione, i cui criteri avrebbero dovuto essere più chiari. È evidente che una simile contestazione rischia di bloccare tutta l’accoglienza in Italia, tanto che il prefetto di Venezia ha informato dell’ordinanza del Tribunale il ministero dell’Interno in quanto nessuna prefettura ha finora determinato prima i criteri di composizione della commissione, come non lo fa nemmeno lo stesso il ministero.
Il risultato è che Cona viene ancora gestita da Edeco, che nessun richiedente asilo può lasciare l’ex base (a meno che non lo decida volontariamente) e che fino al 19 gennaio, giorno della discussione del ricorso la situazione non cambierà. Anzi, potrebbe peggiorare considerando che la proroga — determinata dallo stesso bando — alla cooperativa di Borile, scade a fine anno, prima del pronunciamento del giudice. In questo caso chi avrà il compito dell’accoglienza? Il cerino resta così in mano al prefetto.