Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pasta Zara, l’azienda torna a chiedere gli straordina­ri

- Gianni Favero

TREVISO Sull’interesse di Barilla su Pasta Zara, ormai innegabile, i sindacati delle categorie alimentari di Treviso sono piuttosto ottimisti auspicando che la soluzione «industrial­e» della difficile situazione si concretizz­i. Sull’opportunit­à che la famiglia Bragagnolo rimanga proprietar­ia delle sedi di Riese Pio X e Rovato, nell’ipotesi di una cessione di Muggia al colosso parmense, le opinioni sono però divergenti.

E il consenso che i fondatori conservano fra i lavoratori trevigiani sarà testato in questi giorni in base alla risposta che arriverà ad una domanda affissa ieri in bacheca dalla direzione di un week end di straordina­rio per i giorni 27 e 28 ottobre. L’adesione a simili richieste, ricordano Cgil e Uil, è sempre stata pronta e sufficient­e a far funzionare almeno due linee su tre. Adesso però, dopo il mancato rinnovo dell’integrativ­o sui premi di risultato e, anzi, la richiesta delle scorse settimane di rinunciare a gratifiche e quattordic­esima per cinque anni, il clima potrebbe essere cambiato. Soprattutt­o di fronte al vuoto pneumatico di riscontri e indicazion­i richiesti insistente­mente da alcuni mesi ai Bragagnolo da lavoratori e sindacati ma con nessun risultato. L’ostinato mutismo di un presidente, Furio Bragagnolo, tradiziona­lmente incline a parlare viso a viso con le maestranze genera un’ovvia diffidenza. Fra oggi e il fine settimana lavorativo, di per sé un buon segnale sulla salute della fabbrica, c’è poi il 22 ottobre, data fissata per la prossima convocazio­ne dei delegati sindacali. «In quella sede – sottolinea­no entrambe le sigle – un’indicazion­e netta su chi acquisterà cosa dovrà esserci data. Siamo tutti piuttosto irritati dall’apprendere informazio­ni rilevanti che riguardano centinaia di famiglie solo dai giornali».

Detto questo, sperando in un intervento della Barilla che allontani la roulette di fondi italiani e soprattutt­o esteri, pronti ad arrivare come ad andarsene prima di aver visto un solo maccherone uscire da una macchina, resta comunque il tema del cosa accadrà di Riese e Rovato. «Da questa situazione dobbiamo uscire tutti e tre con un piano – è la condizione base di Sara Pasqualin, segretaria Flai Cgil di Treviso – e se Barilla cercasse di risolvere le fragilità dell’intero castello di marzapane costruito da un imprendito­re che non ha mai accettato consigli da alcuno saremmo tutti più sereni». «Ma se i Bragagnolo hanno fatto crescere un pastificio locale fino al gruppo di oggi – è invece il punto di vista di Michele Gervasutti, leader trevigiano di Uila Uil – vuol dire che un lavoro serio lo hanno saputo fare ed un minimo di apertura di credito la meritano. E comunque è sempre un vantaggio se l’azienda rimane sotto la regia di un’imprendito­rialità locale capace di conservare con chi lavora anche rapporti interperso­nali sempre preziosi». Per il week end alle linee di fine agosto ci saranno abbastanza volontari? «Chiaro che quando ci sono incertezze i lavoratori si irrigidisc­ono. Ma credo – conclude l’esponente Uil – che più di qualcuno riterrà i vertici aziendali ancora meritevoli di fiducia».

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