Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Asco Holding, Plavisgas torna alla carica: «Opzione e recesso vessatorie»
TREVISO Asco Holding, Plavisgas torna alla carica del cda sul recesso. Nemmeno il tempo di avviare il cantiere delle aggregazioni, con il cda di Ascopiave che punta a «valorizzare» le società di vendita del gas sul mercato libero e a rafforzare viceversa la presenza in quello della distribuzione, «anche attraverso una o più partnership strategiche», che già l’attenzione torna alla guerra in corso al piano superiore di Asco Holding, dove 90 Comuni controllano la quotata del gas. L’attesa è per lo scontro decisivo, la pronuncia del Consiglio di Stato dell’8 novembre. La decisione riguarda il ricorso di una serie di Comuni contro la sentenza del Tar Veneto, che aveva dato ragione ai soci privati di Plavisgas annullando la fusione Asco Holding-Asco Tlc come formula per rispettare la riforma Madia. Ma intanto proprio Plavisgas torna alla carica del cda presieduto da Giorgio Della Giustina. Lo hanno fatto ieri con una nuova denuncia al collegio sindacale guidato da Michele Dei Tos, indicando nuove «gravi irregolarità».
La lettera, firmata dall’amministratore unico di Plavisgas, Oscar Marchetto, mette tra l’altro nel mirino lo stesso collegio sindacale, accusato di «inerzia, che non può che essere interpretata come avallo e concorso nelle condotte degli amministratori» di fronte ai rilievi già presentati ad aprile e «tutt’ora privi di riscontri» nonostante, dicono i privati, le dimissioni di due sindaci.
In ogni caso arriva una nuova denuncia che riguarda l’applicazione del diritto di recesso dalla società, dopo il cambio di statuto approvato in estate. Documenti alla mano, Plavisgas contesta la lettura del recesso dato dal cda, per cui mentre le modifiche dello statuto sono considerate subito efficaci, la possibilità di uscita viene però sospesa in attesa della definizione del prezzo delle azioni, attualmente in attesa di un arbitrato dopo la contestazione dei privati. In sostanza, sostiene Plavisgas, non si permette ai soci dissenzienti di uscire già ora dalla società, bloccando di fatto la delibera dello statuto; ma intanto si considera lo statuto valido, quando serve per rendere invendibili le azioni e di salire ancora al 30%, lanciando un’Opa, com’era con il vecchio statuto; azione che sarebbe possibile solo proprio ai privati, visto che i Comuni, per la Madia, non possono acquistare nuove azioni.
La stessa situazione contraddittoria Plavis la vede anche nell’offerta in opzione delle azioni interessate dal diritto di recesso, che i privati definiscono «con l’elastico». Di fatto, al terzo tentativo, l’esercizio dell’opzione, che anche qui potrebbero esercitare solo i privati, è bloccato. Così come la richiesta dei privati di essere pagati con azioni Ascopiave.