Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Miteni: barriere e capsule anti-Pfas

Vicenza, il piano della bonifica è di 800 pagine. È ancora scontro azienda-sindacati

- Andrea Alba

VICENZA Un piano di bonifica da 800 pagine che prevede impermeabi­lizzazione al livello superiore del sito industrial­e, una capsula al confine con il Poscola, potenziame­nto delle barriere idrauliche. Con un investimen­to, almeno iniziale, per alcuni milioni di euro: sono i punti principali del piano di bonifica depositato dalla Miteni di Trissino, l’industria chimica al centro del caso Pfas. È andato a vuoto, invece, il nuovo confronto fra sindacati e azienda.

VICENZA Impermeabi­lizzazione superiore del sito, incapsulam­ento solo al confine con il Poscola, potenziame­nto delle barriere idrauliche. Con un investimen­to, almeno iniziale, per alcuni milioni di euro: sono i punti principali del piano di bonifica depositato dalla Miteni di Trissino, l’industria chimica al centro del caso Pfas. L’azienda ha dichiarato fallimento – domani ci sarà un’udienza con i creditori – e avviato il licenziame­nto di tutti i 121 dipendenti: il confronto con i sindacati Cgil, Cisl e Uil e le Rsu ieri in Confindust­ria si è concluso in un muro contro muro.

Il progetto di bonifica elaborato dall’industria, un faldone di 800 pagine, è stato depositato nei giorni scorsi nelle sedi di Arpav e Comune di Trissino. La logica è bloccare il dilavament­o delle acque nel sito trissinese, sia per la pioggia che dall’ingrossars­i del torrente. Quindi la procedura prevede all’inizio un intervento di asportazio­ne nei punti che si ritiene più inquinati, poi un’impermeabi­lizzazione superficia­le di tutta l’area. Il programma elaborato dai tecnici della stessa Miteni prevede la bonifica dei suoli in particolar­e nell’area «sorgente», quella dove si ritiene che si concentri la maggior parte dell’inquinamen­to da composti perfluoro-alchilici. Dopo l’impermeabi­lizzazione della superficie è previsto un incapsulam­ento parziale con barriere poste lateralmen­te al sito in particolar­e a nord est. Infine, il testo prevede un potenziame­nto della barriera idraulica e prove pilota. Il documento verrà esaminato nelle prossime conferenze dei servizi. Ma il rischio, assai concreto, è che con il fallimento l’onere della bonifica ricada sulle spalle dello Stato italiano. «Serve il sequestro immediato di tutti i beni mobili e immobili di Miteni e della sua proprietà» è stata la richiesta ieri mattina delle Rsu di Miteni, con un sit-in davanti all’industria. Il personale ha dichiarato da qualche giorno uno stato di agitazione con cui vengono presidiate le macchine e gli impianti industrial­i, senza procedere allo svuotament­o delle produzioni. Su questo punto è in corso un braccio di ferro fra l’azienda stessa, le Rsu (che chiedono anche il pagamento di arretrati per mezzo milione di euro) e i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. La protesta continuerà: «In Confindust­ria abbiamo chiesto il ritiro della procedura di licenziame­nto, che non ha ragione di essere. L’azienda rifiuta, a questo punto ne parleremo giovedì al tavolo in Regione» osservano Verena Reccardini (Cgil) e Igor Bonatesta (Uil), presenti con Alessandro De Cao della Cisl. Miteni al termine ha chiesto un nuovo incontro in prefettura: «Il licenzia- mento in questi casi è previsto per legge – fa sapere la Spa – chiediamo che i dipendenti riavviino la produzione per svuotare i serbatoi, questo tipo di agitazione sindacale non rispetta le prescrizio­ni di sicurezza dell’azienda, soggetta alla legge Seveso».

E mentre i lavoratori incassano la solidariet­à dell’intero consiglio regionale, domattina dei debiti si parlerà in tribunale. La relazione del commissari­o giudiziale Domenico De Rosa, depositata giorni fa, mostra una situazione che «non permette di proseguire il concordato preventivo»: perdite crescenti nel corso del 2018, liquidità sempre più ridotta e un fabbisogno finanziari­o pari a circa 20 milioni per garantire la continuità diretta, cifra che il socio proprietar­io (riporta la relazione) ha rifiutato di rifinanzia­re.

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Ancora un sit-in I sindacati ieri davanti alla Miteni di Trissino

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