Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Giochi, no di Calgary ora Cortina è favorita Salvini: il governo c’è

Dopo il referendum in Canada resta solo Stoccolma

- Di Marco Bonet

Il «No» trionfa al referendum olimpico di Calgary e affossa la candidatur­a della città canadese ai Giochi del 2026. L’unica sfidante di MilanoCort­ina resta ora la svedese Stoccolma, dove però dilaga lo scetticism­o e a due mesi dalle elezioni ancora non è stato formato un governo. «Continuiam­o a lavorare» dice il governator­e Luca Zaia che a fine mese volerà a Tokio con Sala e Malagò. Intanto il vicepremie­r Salvini promette: «Se i privati non basteranno, il governo è pronto a fare la sua parte».

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Buone notizie per Milano, Cortina e le Dolomiti martoriate dal maltempo: i Giochi olimpici invernali del 2026, da ieri, sono un po’ più vicini. Nella notte tra il 13 e il 14 novembre, infatti, a Calgary, Canada, è stato celebrato l’atteso referendum in cui gli abitanti della cittadina dell’Alberta erano chiamati a dire «Sì» o «No» all’ipotesi di ospitare nuovamente i Giochi, dopo l’edizione del 1988 (anno memorabile per Alberto Tomba che vinse l’oro nel Gigante e quello nello Speciale costringen­do la Rai ad interrompe­re il Festival di Sanremo). Ebbene, hanno prevalso i «No» con il 56,4% (171.750 voti), contro il 43,6% del Sì (132.832 voti). La decisione definitiva sul ritiro spetta al consiglio municipale, chiamato a ratificare l’esito del referendum consultivo, ma appare improbabil­e che l’assemblea si discosti dall’indicazion­e ricevuta dalla popolazion­e.

Scott Hutchinson, presidente del comitato organizzat­ore, ha ringraziat­o i sostenitor­i del «Sì» (apparsi in lacrime sui media canadesi), radunati a centinaia in un grande bar nella zona centrale della città in attesa del verdetto. «Ho creduto in quello che le Olimpiadi potevano fare per la nostra comunità, per la nostra provincia, per il Canada ha detto Hutchinson - ma rispetterò il processo democratic­o». All’origine della vittoria del «No» ci sarebbe la difficile gestione del conto economico dell’evento ma c’è anche chi parla di «sabotaggio» (due anni fa un sondaggio evidenziò che il 61% della popolazion­e voleva i Giochi di nuovo in città) e chi critica il governo Trudeau, colpevole di aver garantito il proprio appoggio soltanto pochi giorni fa (tra questi, seppur in modo sfumato, c’è il sindaco di Calgary Naheed Nenshi).

Anche Innsbruck (Austria) decise di farsi da parte dopo un referendum e più in generale i timori per il «gigantismo» dei Giochi, per le spese enormi che finora li hanno sempre accompagna­ti e per le difficoltà che sistematic­amente si incontrano nella gestione dell’eredità, specie per quel che riguarda le infrastrut­ture di gara, hanno convinto a fare un passo indietro pure Sion (Svizzera), Graz (Austria) e Sapporo (Giappone). La turca Erzurum è stata esclusa dal Cio nel corso dell’ultima sessione di Buenos Aires, per via dell’assenza di infrastrut­ture adeguate e dunque adesso è corsa a due, Milano-Cortina contro Stoccolma e l’ottimismo vola in Italia perché nella capitale della Svezia, si respira un clima perfino peggiore di quello di Calgary. La popolazion­e è scettica e non vuol sborsare un centesimo, il Comune chiede che sia lo Stato a garantire i fondi necessari ma lo Stato non può garantire alcunché perché a due mesi dalle elezioni ancora non è stato formato un governo. L’idea che in Svezia starebbe facendo proseliti sarebbe quella di «rimandare» al 2030 la candidatur­a e se così fosse Milano-Cortina rimarrebbe l’unica in gara (per Cortina sarebbe un bis perché la stessa circostanz­a si è verificata con i Mondiali di sci del 2021).

«Dobbiamo continuare a lavorare, progettare, fare squadra come se avessimo mille competitor. Guai abbassare la guardia» avverte il governator­e Luca Zaia, a cui fa eco il collega lombardo Attilio Fontana: «Restiamo più concentrat­i che mai sul nostro obiettivo». La vera novità però arriva dal vicepremie­r Matteo Salvini che a dispetto dei proclami degli alleati a Cinque Stelle (ma pure del «suo» sottosegre­tario allo Sport, Giancarlo Giorgetti) per la prima volta promette un impegno diretto del governo se la candidatur­a italiana dovesse prevalere: «Se non bastano i fondi privati (occorrono 376 milioni, ndr), faremo noi l’ultimo sforzo. Penso che il progetto delle Olimpiadi alpine sia così affascinan­te che i fondi privati si troveranno ma certo se poi servirà una mano, i Giochi portano un ritorno di immagine e di positività tale che ne vale la pena - ha detto Salvini .-Ho visto il progetto, è uno di quelli a minor impatto economico della storia anche perché moltissime infrastrut­ture già ci sono».

Prossimo appuntamen­to, il 28 novembre quando il dossier sulla candidatur­a italiana sarà presentato al Cio, a Tokyo, dal presidente del Coni Malagò, che volerà in Giappone con Zaia e il sindaco di Milano Beppe Sala.

” Zaia Guai abbassare la guardia, noi continuiam o a lavorare come sempre

Salvini Il progetto è a basso impatto economico e il ritorno d’immagine sarà enorme

qualcuno si facesse male», ammette Melody, mentre Carlotta spiega che «entrava l’acqua dalle finestre e dalla porta» e Maurizio assicura che «è stato il blackout più lungo che ho visto».

Mettono tenerezza, i bigliettin­i degli studenti di Cencenighe che le maestre hanno deciso di affiggere su una delle pareti della classe. «Sono esperienze che inevitabil­mente lasciano un segno - ammette la vicepresid­e dell’istituto - alcuni dei nostri bambini hanno dovuto lasciare le loro abitazioni divenute inagibili e ancora non sono potuti rientrare». Per fortuna nessuno è rimasto ferito. «Eppure i disegni non sono cupi, ma vivaci e pieni di colore. Si percepisce il loro stupore di fronte agli elicotteri e ai grandi mezzi di soccorso, l’euforia nel vedersi circondati da centinaia di volontari arrivati da ogni parte d’Italia. In fondo - conclude - è proprio questo l’insegnamen­to che dovremmo trarne noi adulti: occorre saper cogliere qualcosa di positivo perfino nella tragedia che si è abbattuta sui nostri paesi».

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La squadra olimpica Da sinistra: Attilio Fontana, Beppe Sala, Giampietro Ghedina e Luca Zaia
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